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I fantasmi di Ozpetek nella Roma misteriosa di Monteverde Vecchio

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Con Germano, Buy e Puccini Anna Proclemer nel ruolo della cattiva

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Proprioqui, in una grande casa, è ambientato «Magnifica presenza», commedia surreale (da venerdì al cinema distribuito in 400 sale da 01) che cita i «Sei personaggi in cerca d'autore» di Pirandello, il mondo felliniano e il surrealismo dell'«Angelo sterminatore» di Bunuel. Il regista italo-turco racconta la storia di Pietro (Elio Germano), aspirante attore e timido gay che lavora in un forno facendo cornetti, ma fa anche provini da aspirante attore. Dalla Sicilia, Pietro va a vivere a Roma con la cugina (Paola Minaccioni) in una vecchia casa dove compariranno magnifiche presenze di una compagnia teatrale. Fantasmi inquieti e curiosi che si relazioneranno con lui mostrando come il mondo dei vivi e dei morti a volte possono incontrarsi e cambiare il corso degli eventi. Tra i fantasmi in costume anni Quaranta, ci sono il capocomico (Beppe Fiorello), la bionda platinata (Margherita Buy), il giovane attore (Andrea Bosca), la bella diva (Vittoria Puccini), un bambino paffutello (Matteo Savini) e il divo turco Cem Yilmaz, oltre alla straordinaria partecipazione di Anna Proclemer. In questo cortocircuito tra finzione realtà si scontrano passato e presente, soggiogati dal potere della menzogna e sospesi in un teatro immaginario, rappresentato dal Valle, vero gioiello romano in cui per la prima volta Pirandello mise in scena i «Sei personaggi in cerca d'autore». «Un regista non può non innamorarsi di un attore bravo come Germano - ha detto Ozpetek che ha scritto la sceneggiatura con Federica Pontremoli - Lo spunto della storia arriva da un fatto reale di un mio amico che, circa 20 anni fa, raccontava di aver visto una donna strana nel suo appartamento che era stato bombardato nella Seconda Guerra. Poi, le signore anziane del palazzo ci dissero che una mamma e sua figlia si buttarono nel vuoto. Allora, ne parlai con Procacci (che lo ha prodotto con Rai Cinema e Intesa San Paolo) e lui ne fu entusiasta. Per la prima volta, ho affrontato il concetto di paura che viene superata attraverso una rinascita emotiva del protagonista. Siamo in un Pese dove cinema, teatro, lirica, arte e musei basterebbero per vivere bene per sempre. Invece, tutto viene trascurato e messo in ginocchio, perché non c'è mai il sostegno giusto, soprattutto per i giovani». Dal canto suo Elio Germano rivendica invece la forza nel film «dell'orgoglio, della debolezza e della diversità, in un mondo che ci spinge a interpretare ruoli finti per nascondere le nostre fragilità e inadeguatezze».

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