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Michele De Feudis La diffidenza degli italiani nei confronti della Casta è un dato ormai acquisito.

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350,euro 14) di Paolo Bracalini, giornalista de "Il Giornale", svela gli altarini delle tante sigle che compongono l'attuale arco costituzionale, tra privilegi più o meno acclarati, maneggi e misteri. «Che fine ha fatto l'appartamento di Ostia che donò al Msi una anziana militante?»: la domanda è di Teodoro Buontempo, assessore regionale del Lazio e memoria storica della destra romana. La risposta? «È sparito, non si trova più, nessuno sa che fine abbia fatto». Se la diatriba tra colonnelli per l'eredita di An sarà risolta in tribunale, l'IdV di Antonio Di Pietro fa tutto in famiglia: la sezione in fitto (fino ad un anno fa) a Bergamo era di proprietà della Srl Antocri, il cui nome deriva dalle iniziali dei tre figli - Anna, Toto e Cristiano - dell'ex pm di Mani pulite. Insolita la fine della sontuosa sede del Psi in via del Corso: dissolto con Tangentopoli, il partito del Garofano fu sfrattato dall'Inps, proprietario dell'appartamento nel quale c'era ufficio regale di Craxi e lo studio di Martelli con vista su piazza di Spagna. Bracalini rivela anche il connubio tra partiti e banche, nei cui consigli di amministrazione siedono ben 157 componenti di provenienza politica. Ecco la proporzione tra i due poli: il Pd ha 114 consiglieri in banche e fondazioni, il centrodestra solo 20. Intesa San Paolo è arrivata a cartolarizzare i rimborsi elettorali che avrebbe ricevuto a partire dall'aprile 2007 Forza Italia. L'inchiesta è una miniera di aneddoti: il patrimonio immobiliare dei Pci-Pds varrebbe, secondo il magistrato Carlo Nordio, «circa mille miliardi di lire», ma quando la magistratura procedette al sequestro dei fascicoli relativi ai titoli di possesso, scoprì che erano «stati fatti sparire». Curiosa è la ricostruzione dell'acquisto della sede della Lega a Milano al pari dei contributi dei costruttori romani ricevuti dall'Udc, mentre sorprende il destino del Psdi. L'ex segretario nazionale, Mimmo Magistro, esautorato dal Tribunale di Roma che ha rimesso a capo del Sol Levante Renato D'Andria, non si è sognato di fare ricorso. Non amava abbastanza il partito di Saragat? No, ma in questo modo è stato sollevato dal milionario contenzioso con Equitalia per i contributi previdenziali non pagati dal 1988 ai dipendenti e per i fitti non versati all'Ater di Roma dal 1972.

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