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dall'inviato Carlo Antini BOLOGNA Il cuore di Bologna era troppo piccolo ieri.

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Aifunerali di Lucio Dalla c'erano tutti: il compagno Marco Alemanno, Ligabue, Gigi D'Alessio, Gianni Morandi, Renato Zero, Eros Ramazzotti, Ornella Vanoni, Jovanotti, Gaetano Curreri, Ricky Portera, Daniele Silvestri, Biagio Antonacci, Roberto Vecchioni, Ron, Samuele Bersani, Stefano D'Orazio, i Pooh, la corista Iskra Menarini, Sandro Giacobbe, Paolo Belli, Paolo Mengoli, Pierdavide Carone e Paola Turci. De Gregori grande assente. Per accompagnare il musicista nel passaggio al suo «secondo tempo», c'erano Pierferdinando Casini, Luca Cordero di Montezemolo, David Zard e Marco Travaglio. «Mi ha colpito l'affetto incredibile, però è un brutto giorno - ha detto Morandi - forse la città si è resa conto di tutto quello che ha fatto Lucio, di meraviglioso, fantastico, di unico, e quindi ha risposto: ma non è solo la risposta di Bologna ma di tutta Italia. È questo che colpisce molto e fa anche piacere». Gli fa eco Jovanotti: «Abbiamo perso un genio, uno dei più grandi musicisti del Novecento». Dalle nuove generazioni ai vecchi leoni della canzone. «Ci ha insegnato tutto - ha detto Roberto Vecchioni - soprattutto a stare in mezzo alla gente, ci incantava quando parlava, per non dire quando cantava». Non è riuscito a trattenere le lacrime Renato Zero. «Aveva una grande generosità - ha detto Arbore - e poi avevamo la pugliesità in comune, perché amava le isole Tremiti». Tra i volti noti anche l'attore Alessandro Haber, Cesare Cremonini, Amedeo Minghi, delegazioni della Virtus basket e del Bologna calcio. «Accanto a lui mi sono sentita una donna, una numero uno, una ciabatta, uno scherzo, una bocca grande», è il ricordo di Lucio Dalla della sua corista storica Iskra Menarini, anche lei prima in visita alla camera ardente, poi a San Petronio per i funerali. Tanti i fan di Dalla fin da bambini. «Ci sono cresciuto con lui ha detto Daniele Silvestri - l'ho conosciuto quando ero bambino. Mia madre cantava jazz con lui a Bologna e quando era giovane si conoscevano». I funerali erano cominciati con le parole di Monsignor Gabriele Cavina che ha ribadito come «anche la Basilica di San Petronio è piccola per contenere l'affetto dei bolognesi per Lucio Dalla. Poi il legame dell'artista con la sua città: «Tutta Bologna ti vuole bene, tu hai amato tutti, questo popolo ti capisce, dalle autorità agli ultimi. Bologna ha perso un figlio vero». E con la fede «Lucio veniva da un colloquio con Dio incredibile, la sua fede passava attraverso l'uomo e rifletteva la sua umanità. Lucio con la parola e con la musica scolpiva nelle nostre anime, attingeva dalla profondità, con la sua sete di Dio e dell'assoluto». Prima di prendere la parola e di scoppiare in lacrime, il compagno Marco Alemanno era seduto in prima fila. Gianni Morandi gli si è avvicinato accarezzandogli una guancia. Poi il giovane attore ha ricordato quando, bambino, ha sentito per la prima volta «Le rondini» di cui poi ha letto il testo. «Chi poteva sapere - ha detto - che qualche tempo dopo avrei incontrato quel signore, che avrei potuto lavorarci insieme. Invece è successo e da qualche tempo ho l'onore e il privilegio di crescere al fianco di Lucio. Nonostante tutto il tempo che è passato, ascolto ancora quel brano e ancora mi commuovo. Oggi, insieme a voi, posso dirgli grazie». Poi le lacrime. Tutto mentre un maxischermo proponeva le immagini all'interno della chiesa anche in una gremitissima Piazza Maggiore, che per bolognesi e non ieri è stata semplicemente Piazza Grande. Quando padre Bernardo Boschi, amico personale e confessore di Dalla ha iniziato l'omelia con un «Buon compleanno Lucio» in San Petronio è partito un applauso forse ancora più lungo di quello che aveva accolto il feretro nella Basilica dopo i rintocchi a lutto. Il padre spirituale del cantautore ha voluto sottolineare che «Lucio trasmetteva serenità e gioia, l'eredità che ci lascia è proprio questa, l'insostenibile leggerezza dell'essere. Ieri era il 4 marzo. Dalla avrebbe compiuto 69 anni. Prima della sepoltura nel cimitero della Certosa, giusto il tempo per un giro sui colli bolognesi e per assistere alle polemiche dell'Annunziata. Poi la bara è stata tumulata in un loculo a muro, accanto ai genitori. E l'ultimo applauso. Quello che durerà per sempre. Buon compleanno Lucio.

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