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Per «Cesare deve morire» dei fratelli Paolo e Vittorio Taviani, vincitore dell'Orso d'Oro all'ultimo Festival di Berlino inizia da domani un tour istituzionale.

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Sembrapoi siano state richieste per «Cesare deve morire» due proiezioni in Senato per senatori e deputati. Il film, infine, che sarà nelle sale da venerdì distribuito dalla Sacher in circa 40 copie, potrebbe essere proiettato in varie carceri italiane visto anche il messaggio positivo di redenzione di cui è portatore. Tra i momenti più salienti dell'incontro stampa di ieri con i Taviani, al Nuovo Sacher di Roma, anche l'appello di due ex detenuti, Salvatore Striano (che interpreta Bruto) e Fabio Rizzuto (Stratone), protagonisti del film: «Se volete cambiare le cose, fornite libri agli istituti penitenziari», hanno detto. A presentare il film con i due registi, anche Nanni Moretti (che distribuirà la pellicola con la sua Sacher) e il regista teatrale di Rebibbia Fabio Cavalli. Per Rizzuto «fare cinema e teatro ti fa sentire più libero e quando recito mi sembra di potermi perdonare». Striano ha poi ricordato che «quando sono entrato di nuovo a Rebibbia, mi sono dimenticato che ero un uomo libero. Un giorno mi sono addormentato e, al mio risveglio, ho avuto davvero paura di essere ancora una volta dentro». Sempre da lui l'appello per un carcere migliore, come quello di Rebibbia, dove lui è riuscito a riscattarsi: «A Reggio Calabria non ci sono libri e i carcerati parlano solo di crimini». Per i Taviani «non è vero che c'è solo la commedia nel cinema italiano. Anzi, in questo momento ci sono talenti più che mai. La sera che abbiamo ricevuto l'Orso d'oro abbiamo avuto complimenti di tanti italiani che erano orgogliosi dell'Italia. Ci ha chiamato anche il ministro Lorenzo Ornaghi che ci ha detto quanto fosse importante dare un'immagine nuova del nostro Paese. Noi però abbiamo replicato che il cambio di rotta deve venire anche dal governo perché è certo che il cinema è anche un'industria con un ritorno economico. Ma lui ci ha ricordato che in questo momento, purtroppo, non ci sono abbastanza soldi». In contro tendenza con i registi, Nanni Moretti (che presiederà la giuria del festival di Cannes), qui in veste di distributore, ha invece e sottolineato che quella dei Taviani «è la vittoria di questo film, non del cinema italiano». Din. Dis.

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