Lino Banfi si risposa. Sempre con la stessa moglie

Cisiamo arrivati. E io la risposo». A parlare è Lino Banfi che, in un'intervista sul numero di «Chi» in edicola proprio oggi, annuncia che domani, il 1° marzo, risposerà sua moglie nella Cappella di Sant'Andrea Corsini in Laterano, a Roma. E aggiunge: «Lucia se lo merita: se non fosse stato per lei avrei abbandonato la carriera di attore». «Mi disse: "Preferisco che tu sia povero ma felice, piuttosto che ricco e infelice". E il suo ottimismo mi ha portato fortuna. Io, invece, vedo sempre il bicchiere vuoto e rotto. E se non lavoro, mi deprimo». Alla cerimonia, che sarà officiata dal cardinale Francesco Coccopalmero (e forse, a sorpresa, arriverà anche la benedizione del Papa), sono state invitate 270 persone. «I testimoni saranno Mara Venier, Gianni Letta e i nostri due figli, Rosanna e Walter», dice Banfi. E alla domanda se la moglie non fosse gelosa delle sue bellissime partner nelle commedie erotiche degli Anni 70 Banfi risponde: «Lei non veniva mai sul set e loro la adoravano proprio per la sua discrezione. Non ha mai fatto la gelosa, poi figurati se venivano con un cesso come Banfi. Se avessero mostrato interesse per me mi avrebbe fatto tanto piacere, ma non so come avrei reagito. Di certo, non l'avrei mai detto a nessuno. Mantengo bene i segreti, per quello ho la testa grossa». Lino Banfi ormai è una gloria nazionale: l'attore, con Nonno Libero, ma anche Antonio Albanese con Cetto Laqualunque, Paolo Villaggio con il ragionier Fantozzi e Luciana Littizzetto con Minchia Sabbry sono appena entrati nei due nuovi volumi di aggiornamento dell'enciclopedia Piccola Treccani. «È come le notizie che danno ai cantanti: "Lo sai che sei entrato in hit parade, che sei in classifica?"»: ha commentato Banfi. Una bella notizia che capita in un momento d'oro. Sì, perchè Nonno Libero il primo marzo festeggia in pompa magna appunto i cinquant'anni di matrimonio, di lavoro e di romanità, al mattino con la consegna da parte del sindaco Gianni Alemanno di un'onorificenza in Campidoglio e il pomeriggio con la celebrazione privata nella Basilica di San Giovanni in Laterano e poi una grande festa al Parco dei Principi. «Un momento d'oro per la seconda gioventù che deve durare almeno altri dieci anni» dice Banfi. «Cinquanta più cinquanta più cinquanta fa centocinquanta. Altro che l'Unità d'Italia», sottolinea ricordando anche: «da dodici anni sono ambasciatore Unicef e ogni due anni mi rinnovano il mandato».