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Glamour e sobrietà per gli Oscar nel segno della crisi

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Pocoprima della cerimonia, un andirivieni di attori ha incuriosito turisti e passanti che giravano nei dintorni del Kodak Theatre di Hollywood. E così è apparso Tom Hanks in jeans, stivali e maglietta entrando in teatro per provare la sua parte. Anche Meryl Streep è apparsa in jeans e scarpe basse rigorosamente trasformate nella notte della cerimonia da un tacco 17. Le star prima della notte hanno provato le loro battute, le loro entrate in scena. Ancora una volta tutto ha brillato, dagli abiti delle star ai diamanti delle signore fino ai riflettori che abbagliavano la passerella più famosa del mondo. Eppure, qualcosa di diverso e di più sobrio si notava tra tanti luccichii: forse per questioni estetiche, ma c'è chi giura per motivi economici, non è stata montata l'enorme statua che riproduce l'Oscar e che di solito adornava l'entrata del teatro. C'erano, sì, tante altre piccole statuette ai bordi del tappeto rosso, ma il grande Totem che salutava gli ospiti sulla soglia faceva sentire davvero la sua mancanza. In realtà, che anche a Hollywood il vento della crisi sia soffiato lo dimostra anche il fatto che dal prossimo anno il Kodak Theatre non si chiamerà più così. La casa di produzione di materiale per cinema, in bancarotta, è stata forzata dal giudice fallimentare a interrompere con dieci anni di anticipo l'accordo di sponsorizzazione con il teatro. Un segno evidente delle ritrettezze, alle quali si aggiunge una sorta di beffa del destino. La crisi della Kodak è infatti da imputare al sopravvento del digitale e - guarda caso- l'azienda va in fallimento proprio nell'anno in cui agli Oscar si celebra un film, come «The Artist» (muto e in bianco & nero) che racconta gli straordinari inizi della storia del cinema, quando le prime opere cinematografiche venivano impresse su pellicole della Kodak. Ma the «show must go on» e alla fine il rituale della bellezza, del lusso e del glamour non è andato perduto, tra gioielli, abiti, star, acconciature raffinate e classica trepidazione dei candidati, alcuni amici e rivali. Come nel caso di George Clooney e Brad Pitt, che fino all'ultimo hanno scherzato sulle loro candidature: entrambi gareggiavano come miglior attore protagonista. Clooney in «Paradiso amaro» veste i panni di un marito tradito che si ritrova a tentare una riconciliazione con le sue due figlie mentre va a caccia dell'amante della moglie che muore in un incidente. Per la prima volta, George non appare nel film come il solito bello da urlo, ma come un uomo trasandato dall'aria paffuta, con tanto di ciabatte e bermuda in giro per le Hawaii. Primo red carpet per Clooney senza l'esile Elisabetta Canalis, sostituita dall'ex Wrestler Stacy Keibler. La bellissima donna, attrice e ora manager in carriera, anno di nascita 1979, ha deciso di far perdere la testa allo scapolo d'oro di Hollywood. Accanto a Brad Pitt c'era invece l'inseparabile e sensuale Angelina Jolie che tifava per il suo lui, padre autoritario nel visionario «The tree of life» di Terrence Malick, dove Brad offre una delle sue migliori interpretazioni, con Sean Penn e Jessica Chastain.

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