Nell'era del digitale favorito un film muto
Oltreai film, la cosa che salterà più agli occhi saranno gli abiti: tanti i marchi famosi pronti a darsi battaglia per assicurarsi le giovani star più promettenti, da Jessica Chastain a Michelle William, da Emma Stone a Bèrenice Bejo e a Rooney Mara. E come se non bastasse questa edizione passerà alla storia per avere pluripremiato (con 10 nomination) il film «The Artist» di Michel Hazanavicius, pellicola muta e in bianco & nero, autentico gioiello che mette in ombra gli effetti speciale nell'era del digitale. A sfidarlo è Martin Scorsese con «Hugo Cabret» (11 candidature), omaggio del regista al padre della cinematografia George Meliés e l'indipendente «The Help». Tante le quote rosa sono in gara per la favola di Scorsese: dalla montatrice Thelma Schoonmaker, la costumista Sandy Powell e la due volte vincitrice Francesca Lo Schiavo, nominata con il marito Dante Ferretti per la scenografia di «Hugo». Lotta all'ultimo voto anche tra gli attori protagonisti: George Clooney per «The Descendants - Paradiso amaro» (dove fa il marito tradito e il padre riconciliato con le figlie), in vantaggio su Brad Pitt (padre autorevole in «The tree of life» di Malik, ma svantaggiato rispetto a Jean Dujiardin, interprete di «The Artist». Tra le dive, la contesa è tra la «Iron Lady» Meryl Streep e Michelle Williams (che ha vestito i panni di Marilyn Monroe): ma a guastar loro la festa s'insinuano Viola Davis (donna di servizio di colore nero nel profondo Sud degli Usa in «Help», oltre a Glenn Glose (nel ruolo maschile di «Albert Nobbs») e Rooney Mara, la hacker protagonista del remake di «Uomini che odiano le donne». Non mancheranno sul palco le gag comiche, visto che a presentare la serata sarà di nuovo Billy Crystal. Anche se inizialmente il ruolo del conduttore era stato affidato a Eddie Murphy: l'attore aveva però abbandonato l'incarico dopo le dimissioni forzate dell'amico Brett Ratner, che avrebbe dovuto dirigere la cerimonia, ma si è ritirato per le plomiche scaturite da una sua frase giudicata omofoba dall'Academy. Intanto per il secondo anno consecutivo sono assenti dalla corsa agli Oscar le signore della regia: l'ultima in gara nel 2010 è stata Kathryn Bigelow che aveva battuto l'ex marito James Cameron con «Avatar». Sono in molti a scommettere su Meryl Streep cha ha incantato i critici nel panni di Margaret Thatcher: 17 nomination, due vittorie nel 1980 per «Kramer contro Kramer» e nel 1983 per «La scelta di Sophie» e ora potrebbe conquistare il terzo Oscar, traguardo a cui, fra le donne, è arrivata solo Katharine Hepburn (con 4 statuette). In pochi credono invece nella pur possibile impresa del terzo incomodo Glenn Glose: stessa generazione della Streep e sua rivale soprattutto negli anni Ottanta, quando ha avuto le sue 5 nomination senza mai vincere un Oscar. Fra le non protagoniste parte strafavorita Octavia Spencer, per il ruolo della cameriera "testa calda" in «Help». Ma un possibile effetto Oscar a pioggia per il muto «The Artist» potrebbe premiare anche Berenice Bejo (fresca vincitrice ai Cesar francesi) ed ha molti sostenitori pure Jessica Chastain (eterea e sottomessa moglie di Brad Pitt in «The tree of life». Fra le altre star protagoniste della serata ci sarà (idealmente) un'icona della danza contemporanea, scomparsa nel 2009 e celebrata da Wim Wenders, in lizza tra i documentari. Tra i film stranieri, a 20 anni dalla candidatura per «Europa Europa» torna la regista polacca Agnieszka Holland con «In darkness» storia vera di Leopold Socha che salvò durante la Seconda Guerra Mondiale un gruppo di ebrei dal ghetto di Lvov. Per lei la competizione è però ardua, visti i favori della vigilia, tutti per «Una separazione» dell'iraniano Farhadi.