Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

«Vi racconto la mia vita accanto ai dimenticati»

default_image

Dominique Lapierre Lo scrittore lunedì a Roma: Ecco come sono cambiato dopo Madre Teresa

  • a
  • a
  • a

Lamia vita accanto ai dimenticati della terra» (Rizzoli, 272), il titolo dell'ultimo libro di Dominique Lapierre la dice lunga sulla sua vita di scrittore e giornalista: l'appuntamento è lunedì alle 18.30 al Museo dell'Ara Pacis dove lo presenterà con il ministro Riccardi. Dominique Lapierre, quali sono secondo lei i dimenticati della terra? «Sono la gente che ho incontrato dopo aver conosciuto Madre Teresa di Calcutta, nella bidonville, la città della gioia, condivido tutti i miei diritti d'autore dei miei libri con questi dimenticati. È una crociata, ho curato due milioni di malattie, tra cui la tubercolosi. Sono cinquantamila i bambini lebbrosi, abbiamo fatto seicentocinquanta pozzi di acqua potabile. Questo è il libro che ho scritto dopo un altro successo: "India mon amour". È la mia storia d'amore con questo Paese, l'India. È questo il modo che ho di scrivere libri: "Parigi brucia? Gerusalemme!". Ho potuto incontrare grandi capi politici come Von Batten, David Ben Gurion, il creatore dello Stato di Israele o il generale tedesco che aveva ricevuto da Hitler l'ordine di distruggere Parigi alla fine della Seconda Guerra Mondiale». Cosa può raccontare della sua esperienza in India? «Ha realmente cambiato la mia vita. Quando ho incontrato questa donna, Madre Teresa di Calcutta. Lei mi ha detto: "Dominique, non è abbastanza essere un grande scrittore, un autore di best seller, tu devi essere anche un attore, per cambiare anche sul terreno delle offerte e della povertà le condizioni della gente che devi denunciare nei tuoi libri". Era trenta anni fa e decisi con mia moglie di condividere tutti i miei diritti d'autore in questa crociata per i più poveri, in un luogo del pianeta che dovrebbe essere un inferno». Cosa le ha lasciato quel Paese? Un'immagine, o un ricordo. «Per me l'incontro nella campagna indiana con una ragazza che ritornava da scuola, era molto stanca ma non aveva mangiato, forse già da un giorno e mezzo. Io volevo dare qualcosa a questa ragazza che mi aveva fatto un saluto e mi aveva ringraziato, continuando a camminare verso la sua casa. Dopo 200 metri e dopo 15 minuti ho visto una cosa che non posso dimenticare. Di fronte a quella ragazza è arrivato un cane scheletrico, un cane realmente affamato. Questa ragazza ha preso il mio pezzo di pane per farne due porzioni e darne metà al cane. Per me fu un esempio di generosità e solidarietà indimenticabile, di una povera ragazza dell'India». Lei è un autore di best seller, dove trova l'ispirazione? «Gli eroi del mondo, il mondo è pieno di eroi sconosciuti. Ho passato due anni con un libro che si chiama "Un arcobaleno nella notte" sulla storia di una donna, sulla storia del Sudafrica. Lì ho conosciuto una Madre Teresa del Sudafrica. Una donna che durante il regime dell'Apartheid aveva salvato dei bambini neri. Era una donna bianca, straordinaria. Vuole sapere quale sia il mio telefono cellulare? È una campanella, e questa campanella è il clacson di un uomo ricco, che a piedi per le strade di Calcutta, a piedi, ha una campanella per entrare nel traffico della città: questa campanella mi ricorda la voce dei veri eroi dell'umanità». Il Paese più bello che abbia visitato. «Mi piace molto, direi che sono molto felice di rivisitare sempre l'Italia. Ho trovato qui in Italia più generosità, più solidarietà per la mia azione umanitaria che in nessun altro Paese al mondo. Ho parlato della mia cattedrale di Trani con 1500 persone, posso parlare in ogni scuola d'Italia, sono stato invitato a dare la mia testimonianza di solidarietà». Quale è la popolazione più vivace che ha incontrato? Anche quella più ospitale. «Gli italiani, nel vostro Paese, c'è una generosità e un'apertura alle sofferenze del mondo assolutamente fantastica, ho incontrato più italiani nel Terzo Mondo che in nessuna altra nazionalità». La sua vita è ricca di avvenutre. Ne può citare una in particolare che le è rimasta impressa? «La solidarietà. L'altro giorno è venuto nella mia casa del Sud della Francia un notaio di Cuneo, una città del Piemonte, con un sacco di monete d'oro. Il suo papà prima di morire gli aveva detto: tu porta questo sacco di monete d'oro a Dominique Lapierre, per la sua azione umanitaria in India. Fantastico, non so come questo signore abbia potuto trovare la mia casa nel Sud della Francia. È un testimone della generosità italiana». Una vita accanto agli ultimi. Quali sono, in definitiva, gli ultimi? «Sono tutti quelli che lottano per continuare a superare le avversità».

Dai blog