Festival di Roma: la svolta
Dopol'incontro dell'altro ieri tra il presidente Rondi e il ministro Ornaghi (e l'invito ricevuto da quest'ultimo a trovare presto una soluzione) ieri si è fatto un altro lento passo in avanti. In Campidoglio si sono infatti incontrati Rondi e il sindaco Alemanno alla presenza della presidente della Regione Lazio Renata Polverini. Un incontro lampo, ma tanto è bastato per convocare il cda per domani: lì sarà pianto e stridor di denti nel braccio di ferro che va avanti da mesi tra chi appoggia il direttore appena uscito, Piera Detassis, e Marco Müller, ex patron della Mostra di Venezia, fortemente voluto da Polverini e Alemanno. Finora la spaccatura nel cda si è risolta in una situazione di stallo. Rondi si è sempre orientato verso un'astensione per assumere un ruolo super partes in una vicenda dal sapore più politico che artistico: e anche in considerazione del fatto che il voto del presidente vale doppio in caso di pareggio. Gli scenari vanno ormai restringendosi. Se con Rondi a favore della Detassis si schierassero il rappresentante della camera di Commercio, Andrea Mondello, e quello della Provincia di Roma, Massimo Ghini, per Müller voterebbero il rappresentante della Regione, Salvatore Ronghi e l'avvocato Michele Lo Foco che rappresenta il Campidoglio. Mentre l'ad di Musica per Roma, Carlo Fuortes, dovrebbe astenersi. Risultato 4 per Detassis, due per Müller più un astenuto. Ma un secondo scenario sembra rincorrere (e forse superare il primo). Se il presidente Rondi (il cui incarico scadrà a giugno) desse le dimissioni, in un incontro successivo a quello previsto per domani, sarebbe nominato il nuovo presidente, che presumibilmente potrebbe essere Paolo Ferrari della Worner. In quel caso i voti del neo eletto (a favore di Müller) sbloccherebbero l'impasse. Ma è tutto da vedere... Certo Alemanno avrebbe in mano la carta del Commissariamento che non intenderebbe giocare anche perché ha piu volte dichiarato che «Rondi rimarrà fino a giugno». Ma - insiste il sindaco -«è tutto rinviato a venerdì, al prossimo Cda, dove ci auguriamo di trovare una posizione comune». Stesse parole, dopo l'incontro di ieri, da Renata Polverini che sottolinea: «Sono convinta che Müller può rilanciare il Festival. Spero in una posizione condivisa». E tra le opzioni per una exit strategy che non ponga Rondi in rotta di collisione con i maggiori azionisti istituzionali sembra si sia parlato ieri anche di dimissioni. Dimissioni «tattiche», dopo avere convocato il cda, che permettano a Rondi di mantenere un ruolo super partes di fronte ad una decisione così discussa e nella quale lui sarebbe dirimente. Lo scontro a quel punto sarebbe diretto. Ma non ci sarebbero vincitori: due per Detassis (Camera di Commercio e Provincia di Roma), due per Müller (Campidoglio e Regione Lazio). E il Festival continuerebbe ad vivere sotto la spada di Damocle di un cambio di una possibile guardia. Intanto, l'avvocato Lo Foco «spera che la cosa si risolva al più presto. Sono molto preoccupato per il mercato, dopo tanta inutile perdita di tempo. La Mostra di Venezia ha già annunciato il suo mercato, noi no e il mercato è la cosa alla quale personalmente tengo di più». «Sono trascorsi tre mesi dall'inizio del braccio di ferro della presidente Polverini e del sindaco Alemanno con il presidente Rondi per la direzione artistica del Festival. Con la pretesa di spostare su un piano tutto politico la nomina del nuovo direttore si è danneggiato Müller. È stato lasciato, inoltre, nel limbo in questi mesi il prestigioso evento cinematografico romano che ha bisogno di programmazione e di certezze per la prossima edizione», ha poi affermato in una nota il deputato del Pd Michele Meta, membro della direzione nazionale dei democratici. Din. Dis.