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Sanremo, canzoni da export per superare la crisi

Festival di Sanremo: Gianni Morandi, Ivana Mrazova e Rocco Papaleo sul palco dell'Ariston

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SANREMO No Adriano, no share. Con una seconda serata più ortodossa, gli ascolti si sono inabissati: «appena» un 37 e spicci di percentuale, e 11 milioni di affezionatissimi. Chissà se gli assenti erano aficionados del falso messia o cattolici inorriditi. Gli altri transfughi del festival erano i milanisti e il ministro Fornero, che ha fatto sapere di non guardare la tv da almeno tre mesi, anche perché spesso si è sentita degradata da quanto mostrano certe soubrette. Riferimento generico, ma in tanti avranno pensato alla «farfallina» di Belen (che i decifratori di tatuaggi leggono come un simbolo di «evoluzione»), e che è parsa l'ultima frontiera prima di un viaggio senza ritorno, decidete voi quale. Ah, le associazioni dei gay non hanno gradito che Morandi abbia detto di non «aver nulla contro di loro» dopo il bacio da avanspettacolo di un Solito Idiota. Gianni precisa: «Li adoro». Perfido Papaleo: «Anzi, se qualche sera stai brillo...». Vatti a fidare. La fiera delle papere. A merenda avrà mangiato Coccoina, o forse era semplicemente stanco, ma ieri il povero Giberna sembrava aver problemi di connessione tra lingua e circuiti neuronali. Presentando Goran Bregovic lo ha ribattezzato "Kuzminac", cantautore italiano di una certa fortuna trent' anni fa. Poi ha detto all'ospite che è «serbo e croato», dopo che negli anni Novanta le due etnie post–jugoslave avevano graziosamente cercato di annientarsi a vicenda. Morandi si è incagliato sui numeri, e ha fatto fare ad Al Jarreau la figura del maiale rincoglionito. Gli ha chiesto: «Conosci qualche parola di italiano?». E l'altro, con voce da ippopotamo: «Bel-li-ssi-mo ragazzo ahahah». Si temono nuove proteste dalle associazioni eccetera. A Feliciano ha chiesto: «La sua chitarra dov'è?». Nomina Springsteen borbottando qualcosa come Springbdrdrd. Il corvo. Gianni funereo: «Purtroppo due dei ripescati ci lasceranno». Scattava un sanguinoso redde rationem dietro le quinte. L'altra sera aveva diagnosticato i guai della valletta in toni ultimativi: «Ivanka si è rotta il collo». Morandi, stai unito. Anzi, stai tecnico. Papaloden III. Rocco vorrebbe tanto adeguarsi alla sobrietà montiana, ma anche lui è tormentato dall'esigenza di far vedere di più. Due ore prima di perdersi nell'atrocità de "La foca" gli si apre la patta del gessato. Non è proprio come la farfallina di Belen.   Import-export. Serata di scambi culturali: si tenta di celebrare la canzone italiana nel mondo, magari ricambiando il favore con gli hits degli ospiti duettanti. Ma Shaggy disintegra la donaggiana "Io che non vivo", tentando nel contempo di appoggiare le vergogne alla sconcertata Civello. Emma toppa un attacco sulla versione inglese de "Il paradiso" con Gary Go, Arisa precipita da una scala vocale nel mezzo di "Che sarà" al fianco di Maradona, pardon Feliciano. Un mezzo pastrocchio la "Vita spericolata" di Dolcenera con Professor Green. Brian May dà fuoco alla sua portentosa chitarra Queen, ma nell'84 su questo palco era con Freddie, mica con la commossa figlia di Zucchero. Maestoso, invece, il set di Finardi con Noa tra Elvis e Napoli; immenso quello visceralmente rock di Patti Smith con i Marlene Kuntz (dopo questa "Impressioni di settembre" e "Because the night" potremmo chiudere l'Ariston e dichiararlo monumento nazionale), le due rosse Noemi-Sarah Jane Morris spingono felici sul funk battistiano di "Amarsi un po'" e sul folk–blues di Tracy Chapman. In "Anema e core" meglio Mads Langer di Carone (plus Dalla). Fa tenerezza Loredana quando intona in lacrime "Almeno tu nell'universo" con in mente Mia, purtroppo attorniata da Gigione e Macy Gray. Impeccabile Renga che coverizza "Il mondo" di Jimmy Fontana, mentre Sergio Dalma sembra un po' un esattore delle cosche. Ammaliano pure Nina "Mina" Zilli e Skye: Internescionaaaal. E soul. La sirenetta. Cosa fa Federica Pellegrini quando non nuota? Deve esserselo chiesto anche Gianni, che improvvisamente resuscita, gira intorno alla campionessa e dice «sapete com'è quando uno le è vicino, no?». Era sopravvissuto alla farfallina ma poi, nel mezzo di un osceno valzer con la stangona («Posso stringere?»), le chiede conto dei suoi otto tatuaggi, prima di rischiare la gotta su un blocco di partenza. La pennellona subisce spigliata le minchionate autoriali salmodiate dal povero Gianni. Del resto, se non avesse avuto un'agenda piena in vista delle Olimpiadi, l'avremmo avuta come partner fissa di Morandi: lei fa sapere che eventualmente, per l'anno prossimo, è disponibile. E forse non sarebbe una cattiva idea.

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