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Pattinson: «Il mio Bel Amì è divo da reality»

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Lapellicola sulle avventure di un giovane arrampicatore sociale e seduttore impenitente di fine 800, ha nel cast fra gli altri, anche Christina Ricci, Kristin Scott Thomas e Uma Thurman. «Recitare un personaggio come Georges è stato moltodivertente perchè è incorreggibile - ha detto Pattinson - spesso nei film invece si cerca di impartire lezioni morali. Non credo mi ricapiterà un personaggio cosi». E riguardo al personaggio del vampiro Edward Cullen, nel caso Stephenie Meyer dovesse continuare la saga dopo l'uscita a novembre di «Breaking Dawn - Parte 2», il divo britannico risponde: «Perchè no, sarebbe interessante vedere cosa potrebbe scrivere Stephenie, ma potrei essere troppo vecchio per il ruolo, forse lo sono già». In «Bel Ami», coproduzione internazionale (c'è anche Rai Cinema) da 9 milioni di euro, Pattinson è Georges Duroy, ex soldato di umili origini, diventato avventurosamente giornalista, che aspira ad essere una celebrità della buona società parigina di fine Ottocento, ricorrendo a ogni mezzo, come sedurre una schiera di donne, di ogni status sociale, purchè possano essergli in qualche modo utili nella scalata. L'attore ha trovato interessanti anche i paralleli fra il giornalismo scandalistico di allora e di adesso: «Non mi pare sia cambiato molto, quando capita di trovarsi articoli standard dove basta cambiare il nome e potrebbe essere su chiunque. Anche se Georges, più che un giornalista è come una star da reality show di oggi». Per l'attore, che è anche protagonista del nuovo film di David Cronenberg, «Cosmopolis», «il più grande disservizio che si può fare al pubblico è ripetere le stesse cose». Intanto stasera saranno nominati i vincitori della Berlinale: favoriti Paolo e Vittorio Taviani e il loro «Cesare deve morire», film girato nel carcere di Rebibbia con protagonisti ergastolani doc. Finirebbe così per l'Italia una carestia che dura da 21 anni, da quando Ferreri vinse l'Orso d'oro nel 1991 con «La casa del sorriso». Din. Dis.

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