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di Gabriele Simongini Le Belle Arti hanno un volto sempre più femminile.

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Ormaiil vento delle nomine e degli incarichi, dall'archeologia all'arte contemporanea, soffia per le donne, con novità degne di nota. Portando un'aria frizzante che fa da apripista ideale per un deciso cambiamento del nostro paese, alla faccia degli steccati da quote rosa. Ecco le ultime due nomine, fresche di inizio settimana e targate Roma: Alfonsina Russo Tagliente guiderà, ad interim con la Soprintendenza dell'Etruria meridionale, il prestigioso Museo Etrusco di Villa Giulia mentre Maria Rosaria Barbera (proveniente dalla Soprintendenza archeologica della Toscana), classe 1955, approda alla Soprintendenza speciale per i beni archeologici di Roma, la più importante d'Italia e forse del mondo. Il posto, di grandissima responsabilità, era vacante dal 10 gennaio scorso, dopo un brevissimo interim di un'altra soprintendente, Anna Maria Moretti. In realtà, a parte il suo fugace passaggio, è la prima volta che a una donna viene affidato questo incarico così delicato, che fu tra gli altri di Adriano La Regina, ribattezzato «signor no» a causa delle sue ferree prese di posizione, per 25 anni, dal 1976 al 2001. La nuova Soprintendente deve affrontare subito la grana del Colosseo: Della Valle sì o no? Per non parlare della tutela di un patrimonio archeologico vastissimo che maltempo e neve di questi giorni, con il pericoloso effetto gelo-disgelo, mettono ancora più a rischio, come si vede proprio dai piccoli crolli avvenuti nel Colosseo. Un patrimonio che la Barbera conosce peraltro benissimo avendo diretto la Domus Aurea. Grande conoscitrice del latino, studiosa di ceramiche, è stata a capo anche del Museo Nazionale d'Arte Orientale «Tucci» di Roma. Insomma, una donna preparata e di polso che andrà a guidare un gruppo di 600 dipendenti. «Governare l'archeologia di Roma - ha dichiarato appena insediata - è un'idea che fa tremare le vene e i polsi. Ma il lavoro non mi spaventa, purché non ci si aspettino scelte miracolose: non esistono miracoli ma soltanto il lavoro, per riportare alla normalità una struttura. Un'organizzazione che funzioni, faccia ricerca, tutela, informazione e valorizzazione. Credo che il patrimonio debba essere prima di tutto salvaguardato con risorse pubbliche. Quando non è possibile, bisogna programmare con attenzione gli eventuali sostegni di sponsor privati, ma nell'ambito di una valutazione seria e scientificamente valida». Del resto, nel 2009, è stata per certi aspetti epocale la nomina di Rossella Vodret alla Soprintendenza speciale per il polo museale di Roma, che fino ad allora era identificabile esclusivamente nella figura carismatica di Claudio Strinati, in carica per ben 18 anni. Ne è passata d'acqua sotto i ponti da quando, settant'anni fa, l'ormai leggendaria Palma Bucarelli diventò Soprintendente della Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma. Fu la prima donna al vertice di un grande museo nel nostro paese. A Roma la Gnam continua ad essere guidata con tenacia da un'altra donna, Maria Vittoria Marini Clarelli, che recentemente ha proposto un innovativo riallestimento delle collezioni, per certi aspetti più attraente anche se un po' confuso. La gigantesca macchina del MAXXI, la cui Fondazione è presieduta da Pio Baldi (toh, un uomo!), per l'Arte fa capo alla direzione di Anna Mattirolo e per l'Architettura a quella di Margherita Guccione, entrambe assai attive ma preoccupate per la carenza di fondi che ostacola la gestione a pieno ritmo del museo di via Guido Reni, un luogo espositivo difficile sia per i costi ordinari che per il gigantismo schiacciante dei suoi spazi espositivi. L'ascesa di tutte e tre, Marini Clarelli, Mattirolo e Guccione, si è svolta all'interno degli uffici del Ministero per i beni e le attività culturali con ferrea determinazione. La Guccione, in particolare, ha seguito passo passo il progetto e la realizzazione del MAXXI ad opera di Zaha Hadid, la più nota tra le archi-star al femminile. Grandi novità anche al Nord. Gabriella Belli, nuovo direttore della Fondazione Musei Civici di Venezia, ha appena presentato il programma delle attività per il 2012 e c'è da restare a bocca aperta per la meraviglia. L'obiettivo dichiarato è quello di lanciare d'ora in avanti la candidatura di Venezia a capitale della cultura per il 2019, attraverso una programmazione triennale di livello internazionale. Solo per anticipare alcune mostre, al Museo Correr si ammireranno «Klimt nel segno di Hoffmann e della Secessione» e poi «Francesco Guardi», mentre a Ca' Pesaro si andrà dal grandissimo Arturo Martini all'altrettanto geniale Medardo Rosso, fino alla rassegna sulle meravigliose feste settecentesche tenutesi nel Palazzo Ducale e documentate fra l'altro dalle stampe del Canaletto. Al Mart di Rovereto, con un budget di dieci milioni di euro annui e 300.000 visitatori nel 2011, l'addio della Belli ha visto il passaggio del testimone a Cristiana Collu, classe 1969, segnalatasi con forza per la sua efficace direzione del MAN di Nuoro e che fin d'ora annuncia «un flusso traboccante di eventi e manifestazioni». Specializzata in storia dell'arte medievale, negli anni novanta ha studiato e lavorato fra Spagna ed Australia, per approdare nel 1997 alla direzione del Museo d'Arte della Provincia di Nuoro, premiato sotto la sua guida dal Ministero per i beni culturali come «luogo di eccellenza nel panorama museale italiano». In un posto difficile ed isolato come Nuoro ha saputo portare nel museo una media di quasi 40.000 visitatori all'anno, presentando mostre dedicate a Schiele, Klimt, Chagall, de Chirico, Fontana, Miró, Morandi, Picasso, Chillida, Munari ma anche rassegne dal carattere sperimentale. Recentemente è stata fra i candidati papabili alla direzione del Macro di Roma, ma ha preferito il Mart di Rovereto, probabilmente il miglior museo d'arte contemporanea in Italia. La Collu è carismatica e visionaria, con un pizzico di follia che non guasta, guidata dall'ossessione feconda di fare del museo uno spazio di comunicazione per la città. Infine, la più sperimentale fra le fiere d'arte contemporanea del nostro paese, Artissima di Torino, è stata affidata alla direzione di Sarah Cosulich Canarutto, trentottenne, già assistente di Francesco Bonami alla 50a Biennale di Arti Visive di Venezia e consulente di grandi collezionisti svizzeri. Molte le polemiche sul peso che hanno avuto in questa nomina proprio Bonami e la potente collezionista torinese Patrizia Sandretto Re Rebaudengo. In ogni caso, vuoi vedere che il futuro oltre ad essere donna sarà anche giovane? Altro che bamboccioni.

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