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Poche canzoni nel vuoto pneumatico della tv

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Finalmenteè iniziato. Non se ne poteva più. Sembrava un conto alla rovescia infinito che quando arrivava a uno ripartiva da dieci. Da ieri, però, Sanremo è iniziato. Davvero. Nessuno dichiara di vederlo in tv e poi gli ascolti schizzano lo stesso. Come accade per alcuni politici che nessuno li vota e poi vanno al governo. Mah. Certo, c'è da dire una cosa. Che, anche volendo, l'alternativa sul piccolo schermo era scarsa, scarsissima. Praticamente nulla. Avete provato a cambiare canale? Su Raidue uno scialbo «Criminal Minds» ci guardava di traverso. Gli irriducibili dell'informazione potevano indugiare sul solito «Ballarò», tra polemiche e battute di Maurizio Crozza. La squadra di Mediaset non andava molto meglio. Per la serie ridere per non piangere, Retequattro puntava tutto sulle comiche. Uno scolorito Neri Parenti schierava Paolo Villaggio, Renato Pozzetto e Enzo Cannavale. Disperati ripiegavamo sulle colline di «Wild-Oltrenatura». No comment. Fuggivamo allora su Canale 5 dove, all'ultimo secondo, è stata annullata la bodyguard di Whitney Houston. Perfino il solito sciacallaggio catodico si è fatto da parte. Ma no! Finalmente una speranza. Dovevamo arrivare fino a La7 per incontrare la nottata Clint Eastwood. Gallina vecchia fa buon brodo. Nonostante il polpettone di Luca e Paolo e il forfait delle vallette, si torna su Raiuno. Nonostante le canzoni siano partite un'ora dopo il fischio d'inizio. Nonostante il pulpito bellicoso di Celentano che ha tolto spazio alla musica. In fondo siamo tutti lì. Perché Sanremo è Sanremo.

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