Il segreto di Adriano. All'Ariston vuole scenari di distruzione

SANREMO «E allora parappappà zaza, bla bla bla, ecco qui all'Ariston...», sproloquia Giberna Morandi allargando la manona. Alla prova generale, per presentare il cantante di turno evita di leggere il testo sul gobbo. Risparmia tempo: e messa così potrebbe essere un'idea folgorante da riproporre in diretta, stasera alle 20 e 40, subito dopo il Tg1. Qualche borborigma e avanti il prossimo. Chissenefrega delle biografie dei big, tanto a scompaginare il copione penserà il Molleggiato, che (ammesso che si presenti già alla prima, anche se Mazzi stragiura che non c'è rischio di forfait), se ne impipperà del cronometraggio e di tante altre cose.  Protocollo Celentano. Il mistero gaudioso incombe. Che combinerà il Nostro? Incrociamo il direttore di Raiuno Mazza: e se Adriano invitasse davvero gli spettatori a cambiare canale o a giocare a biliardo ad Arma di Taggia? «Il giochino del telecomando l'ha già fatto 25 anni fa, e molto prima di Fiorello. Comunque, lui può dire quello che vuole». Circolano indiscrezioni su una sua entrata in scena che ricrei la copertina del nuovo cd, in uno scenario di distruzione con contorno di morti e feriti:trovata né semplice né rapida da realizzare al volo. Gianmarco Mazzi si lascia scappare che «Adriano ha visto la scenografia di Castelli, con quel disegno che ricorda tanto delle sbarre...». Sbarre? Ci attende un sermone sul decreto svuotacarceri? Sui canili lager? Sui manicomi criminali? O sulla pubblica ottusità di una società antiecologista? Ma il direttore artistico assicura che neanche lui sa nulla, e tutti ripetono la cantilena che Celentano farà sapere cosa accadrà «un'ora prima della sigla». Morandi morandeggia: «Una volta dice che farà tutto da solo, un'altra che mi coinvolgerà...». Gianni ipotizza un duetto su "Il mondo in Mi 7ma" («scritta 45 anni fa ma ancora attuale»), ma dalle loro prove blindate come neanche la cassaforte di Putin esce l'eventualità che i due monumenti intonino "Ti penso e cambia il mondo", pezzo del nuovo cd dell'ex ragazzo della via Gluck. Se ne può parlar male, di una simile autopromozione? No, dopo la storia del compenso in beneficenza. Celentano non vuole sapere a quali famiglie bisognose andranno le quote di 20mila euro, ma a Roma verranno destinate a un nucleo familiare con otto figli (a Torrevecchia), e a un altro che combatte contro la malattia di uno dei genitori. Pronto soccorso. Anche Luca e Paolo, le Iene dello scorso anno, adottano il protocollo Celentano (testi top secret) e non fanno sapere cosa proporranno per il «passaggio di testimone». Difficile ripetere l'exploit maramaldo di Berlusconi-Fini in "Ti sputtanerò". Tempi duri, con Monti, e poi Paolo ha la febbre. Però Papaleo, il loro successore, potrebbe cavarsela alla grande (ieri ha gigioneggiato lunare su una "leggiadria calviniana" a Sanremo), pur reduce da una slogatura al polso. La valletta Ivana Mrazova viene segnalata già a letto: non fraintendete, ha il torcicollo. E alle prove, Samuele Bersani ha solo canticchiato il pezzo, perchè colto dall'influenza "siberiana". Le canzoni. Quella che colpisce al cuore al primo ascolto è "Senza parole" di Noemi: la canterete subito. Finardi si cimenta con un pezzo su Dio, e sembra un po' il clichè del "premio alla carriera" vecchioniano, mentre Dolcenera spara un pop serrato sulle giovani coppie alle prese con il mutuo. Chiara Civello e Nina Zilli, entrambe molto attese, devono trovare più concentrazione: la prima è molto raffinata, la seconda piuttosto soul. I Marlene Kuntz propongono un rock-r&B su un dialogo tra padre e figlio, Bersani una filastrocca leggiadra e simbolica su un pallone sgonfio, il giovane Pierdavide Carone, diretto da Lucio Dalla, si infila nel seguito di "4 marzo 1943" raccontando l'infatuazione per una prostituta. Arisa sorprende con una ballad notturna su una donna sconfitta, D'Alessio e Bertè, con il loro funk-trash-pop intercetteranno gli umori dello strapaese. I Matia Bazar tentano la fuga dal museo delle cere, Renga lucida la sua "canna", Irene Fornaciari è ancora alle prese con l'Edipo Zucchero. Chi vincerà? Probabilmente Emma, che ieri si è commossa intonando "Non è l'inferno", protagonisti due anziani reduci di guerra che si rivolgono al premier sventolando ottimismo per il futuro del Paese. Una lagna? No, un pezzo molto vibrante. E astuto.