Poliziotti feroci Il G8 scuote Berlino
Laviolenza, forte per immagini e argomenti trattati, racconta le vicende del G8 di Genova nel 2001, quando nella scuola Diaz avvenne l'irruzione della polizia che creò tante vittime tra gli occupanti e aprì un lungo processo mediatico e giudiziario. La pellicola rievoca ciò che accadde davvero, nulla di più e nulla di meno, sulla base dei documenti ufficiali del processo per raccontare la verità emersa da quella tragica notte. Si assiste così ai feroci pestaggi della polizia con i manganelli, alle violenze psicologiche contro quelli che all'epoca vennero considerati black-bloc, con umiliazioni di ogni tipo, tra sputi in faccia, ragazze costrette a spogliarsi e ragazzi messi in ginocchio ad abbaiare come cani. Portati nel carcere-caserma di Bolzaneto senza chiedere loro i documenti, vennero di nuovo presi a calci e fatti spogliare al grido «questo è l'ultimo G8 che fai». Dal 20 al 22 luglio 2001, a Genova, si riunirono gli otto grandi della terra per affrontare temi fondamentali per il pianeta, come lo scudo spaziale, il protocollo di Kyoto, la crisi in Medio Oriente e nei Balcani. Da tutto il mondo arrivarono 300 mila persone con lo slogan «un mondo diverso è possibile», tra loro anche giornalisti italiani e stranieri di diverso colore politico: anche loro picchiati selvaggiamente. I cortei del 20 e 21 luglio diedero luogo ad una vera e propria guerriglia urbana e Carlo Giuliani venne ucciso da un proiettile sparato da una camionetta delle forze dell'ordine. A manifestazioni finite, alla mezzanotte del 21 luglio 2001, 300 operatori delle forze dell'ordine fecero irruzione nel complesso scolastico Diaz-Pascoli, sede del Media Center del Genoa Social Forum. Il regista Vicari assicura che tutte le sconvolgenti scene fatte vedere si rifanno agli atti del processo (www.processig8.org) e accaddero davvero, alla scuola Diaz come a Bolzaneto. Nel tragico assalto dei 300 del VII nucleo mobile, alla scuola Diaz dormivano 93 persone: 40 tedeschi, 13 spagnoli, 16 italiani, 5 inglesi, 4 svedesi, 4 svizzeri, 3 polacchi 3 americani, 2 canadesi, 1 turco, 1 neozelandese e lituano. Furono 83 i feriti. «Ho fatto questo film - ha rivelato Vicari a Berlino - perché è successo un fatto inaccettabile, non solo in quanto definito un'autentica "macelleria messicana", ma soprattutto perché intacca i principi democratici del nostro Paese e di tutta l'Europa. Pur non amando le dietrologie facili, una cosa è certa: il G8 di Genova è stato quello che ha fermato il Movimento. Ed è strano che, non solo l'Italia, ma le Cancellerie di tutto il mondo sono state solo a guardare quello che era successo anche se i propri ragazzi sono stati trattati peggio degli assassini. Leggendo gli atti non si può non notare come alla scuola Diaz e a Bolzaneto ci furono da parte delle forze dell'ordine dei comportamenti sistematici e affatto casuali». Il produttore Domenico Procacci avverte che intanto «ci siamo serviti di uno studio legale per garantire la correttezza e, all'inizio del progetto, avevo anche messo a disposizione della polizia il copione». Infine, Claudio Santamaria, che nel film interpreta Max Flamini, un poliziotto illuminato, ma non troppo, ha spiegato che il suo personaggio «ha una sua purezza, ma è anche uno che fa il suo dovere. Insomma non è un eroe, ma solo uno che alla scuola Diaz a un certo punto capisce che si è passato il segno e fa ciò che avrebbero dovuto fare anche tutti i suoi colleghi: fermare il pestaggio». Quasi a rafforzare la tesi di Vicari, oggi alla Berlinale ci sarà intanto un altro progetto sui G8 di Genova, si tratta di «The Summit» di Franco Fracassi e Massimo Lauria, docu-film sul G8.