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Sarina Biraghi È bello avere un paese per ritornarci.

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Èun viaggio alla scoperta del passato, dei legami con il presente, dei luoghi e delle persone, «Quadri canadesi» (Herald Editore, pag. 158 euro 15), la raccolta di poesie di Pietro Vitelli da Cori, ex sindaco del suo amato paese, con un excursus politico-amministrativo di tutto rispetto fino a un passato recente, e con un impegno attuale sui temi dell'Europa come membro della Direzione dell'Aiccre. Con versi semplici e densi Vitelli racconta il Canada attraverso i suoi numerosi viaggi, familiari e istituzionali, «dipingendo» soprattutto uomini e donne, visti in questi luoghi e le emozioni vissute in questi incontri. È la scoperta delle comunità emigrate in Canada dal basso Lazio, dalla provincia di Latina e di Frosinone, in anni ormai lontani, è il conoscere e rivivere le fatiche, le angosce, le amarezze ma anche i sogni d'amore, le gioie e le soddisfazioni di gente che, con una valigia in mano, un cuore piccolo piccolo e una grande speranza, lasciò la propria terra in cerca di fortuna nel Paese della foglia d'acero. Con una lirica delicata e commossa, Vitelli penetra nella realtà dell'emigrazione, dell'inquietudine del vivere di persone che in questi incontri diventano più che amici, quasi complici con la loro storia, la loro voglia di condividere e mostrare un percorso che l'autore vuole conoscere e quasi fare suo... Versi di gratitudine per tutte le figure femminili, donne di paese, forti e silenziose, eroine senza saperlo. Un poeta che con la stessa ammirazione e con lo stupore innocente di un bambino descrive l'ambiente e le sue caratteristiche: lo Stanley Park con gli alberi alti che toccano il cielo, le acque azzurre e verdi del Long Lake, gli ossessionanti Inukshuk... È un Pietro Vitelli che quasi non t'aspetti, semplice e leggero, romantico e spirituale che cerca e «si» cerca esplorando gli altri, che fissa lo sguardo della «sua» gente per carpirne «Quadri canadesi» ed ispirazione, che si emoziona e ci fa emozionare quando usa il viaggio per la scoperta ma anche per avere la certezza che l'empatia con le persone e l'incanto con un luogo aumenta il legame con la propria terra e fa scrivere, con convinzione, all'autore: «Io ci tornerò nel mio paese...».

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