Home videoA casa scoprendo «La pelle che abito» di Almodòvar
Daallora, si è impegnato a ricostruire una pelle sostitutiva, più resistente di quella umana e perfettamente compatibile. Robert ha però bisogno di una cavia e per questo non esita a sequestrare il ragazzo che ha tentato di stuprargli la figlia, a privarlo dell'organo sessuale e ad obbligarlo a (sopravvivere in una pelle che non gli appartiene. Uno straordinario Pedro Almodòvar in versione manierista racconta, strizzando l'occhio agli anni '50 e ad un cinema di genere fatto di continui colpi di scena, una storia kitsch e affascinante, dove Elena Anaya si muove in uno scenario algido, elegante e spesso grottesco. Tra primi piani esasperanti, scambi di sesso ma non di identità e dialoghi a volte paradossali,una madre confessa i suoi segreti rivolti a figli-fratelli ignari l'uno dell'altro. Ecco che il mito gotico di Frankenstein - simbolo della paura nei confronti dei progressi della tecnologia e della scienza - più che oggetto di un'indagine o di una riflessione sembra utilizzato da Almodòvar come un pretesto per celebrare se stesso e il proprio gusto. Din. Dis.