Gli Usa contro Christo che vuole incartare il Colorado
Ilprogetto fa parte del piano generale con cui l'artista di origine bulgara ha già realizzato proprio in Colorado, tra il 1970 e il 1972, un'opera di «copertura» di un tratto di 400 metri delle Montagne Rocciose, dal titolo «Valley Curtain». Secondo quanto ha scritto ieri il New York Times, i sostenitori della nuova opera, che sarà finanziata interamente dall'artista e avrà dal titolo «Over the River», affermano che si tratta di un evento che darà un'impulso notevole all'economia della zona, grazie al turismo di alto livello, anche internazionale, nel corso dei due anni di lavori previsti e delle due settimane di esibizione ufficiale, che dovrebbe tenersi nell'agosto del 2014. Gli anti-Christo affermano invece che l'installazione collocata in uno scenario naturalistico di grande bellezza altererebbe un equilibrio che attira molti amanti della natura incontaminata e rischierebbe di avere effetti negativi sulla fauna e sull'ambiente. La discussione è comunque ancora aperta, e di certo non è la prima volta che Christo - che tra l'altro ha già impacchettato di giallo il Pont Neuf di Parigi nel 1985 e ha steso 37 km di teli arancioni al Central Park di New York - si trova davanti a opposizioni di vario genere. Del resto la sua arte è anche questo, superare le polemiche, come quella memorabile che ebbe con il cancelliere tedesco Helmut Kohl prima di impacchettare con teli d'argento il Riechstag nel 1995. All'inizio della sua carriera Christo, che ai tempi, il 1958, viveva a Parigi, realizzava quadri dal soggetto astratto e poi passò all'«impacchettamento». La prima ispirazione fu quella di effettuare gli interventi su oggetti di uso quiotidiano, come secchi o bottiglie, passando poi ad oggetti più grandi come mobili, tavoli, sedie, comodini. Dopo il trasferimento negli Stati Uniti la passione per questi interventi, interamente auto-finanziati con la vendita dei disegni preparatori, passò a strutture architettotiche sempre più imponenti e a percorsi nella natura.