I serbi contro Jolie: «Il tuo film diffonde l'odio nel Paese»
La diva smentisce e difende la sua opera prima sull'amore tra un cristiano e una musulmana
Ilfilm girato in Bosnia e dintorni e che sarà in anteprima alla Berlinale (9 - 19 febbraio), è una storia romantica sullo sfondo del conflitto nella ex Jugoslavia, sospesa tra argomenti di amore e guerra. Tutto il racconto nasce infatti dalla relazione sentimentale tra un giovane serbo e una donna musulmana che si innamorano diverse notti prima dell'inizio della guerra in Bosnia. La pellicola sulla guerra dei Balcani degli anni '90, dalla Jolie scritta, diretta e prodotta, è anche una sorta di estensione dell'impegno umanitario da tempo ormai portato avanti dalla star. Ma tutto questo non l'ha comunque salvata dalle recenti violente polemiche. L'attrice, riguardo a «In the Land of Blood and Honey», ha negato di aver mai chiesto l'abolizione della Republika Srpska (Rs, entità a maggioranza serba della Bosnia-Erzegovina), così come riferito da alcuni media in Serbia. «Il nostro film - afferma Jolie in una lettera scritta dal suo agente all'Associazione dei giornalisti serbi (Uns) - è stato oggetto di attacchi da parte di alcuni media serbi. Considerando la delicatezza dell'argomento, è pericoloso e irresponsabile diffondere e ripetere queste inesattezze. Io non ho mai chiesto l'abolizione della Republika Srpska, nè ho mai parlato di tali argomenti nel recente incontro con il presidente americano Barack Obama», ha concluso Angelina. La pellicola incentrata sulla storia d'amore fra il soldato serbo Danijel e la bosniaca e musulmana Ajla, è stata violentemente attaccata dai media serbi. Il giornale Kurir è stato il più duro contro Angelina, accusata di diffondere l'odio verso i serbi. Il quotidiano ha pubblicato una serie di articoli che rivelerebbero un grosso investimento saudita nella produzione del film, sbandierato come fattore determinante nell'orientare la benevolenza della regista americana verso il popolo musulmano. Momir Stojanovic, il direttore dell'Intelligence militare serba, ha appoggiato la tesi del Kurir, dichiarando che le loro supposizioni sono «molto vicine alla verità». Il cast è formato da serbi, croati, bosniaci, cristiani, musulmani e «da gente che nella guerra si è trovata su fronti opposti a cui ho chiesto di ricostruire vicende che hanno vissuto davvero - ha sottolineato Jolie - Ma l'avevo chiaro fin dall'inizio, doveva essere un film duro, volevo che gli spettatori, dopo aver visto quelle scene, avessero voglia di gridare: basta, fermateli per favore!"». La più pagata star di Hollywood ha poi ricordato di essere «sopravvissuta a periodi veramente cupi e difficili. Ma non mi identifico con l'aspetto hollywoodiano della mia vita: è solo una piccolissima parte del mondo. Non ho mai perso il senso delle cose, la mattina mi sveglio e sono sempre una mamma».