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I kolossal in costume conquistano la Cina e le star di Hollyood

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Dopola Maria Antonietta in chiave pop di Sofia Coppola, ecco Diane Kruger a vestire i panni della regina di Francia nel film di Benoit Jacquot «Farewell, My Queen» («Les Adieux à la reine»), che aprirà il 9 febbraio la 62esima edizione della Berlinale diretta da Dieter Kosslick. Nel film, ambientato verso la fine della Rivoluzione francese e tratto dal romanzo di Chantal Thomas, la Kruger recita accanto a Virginie Ledoyen (nel ruolo della Duchessa di Polignac amica strettissima della regina) e a Lea Seydoux che fa la parte della lettrice di Antonietta. La pellicola racconta i primi giorni della Rivoluzione Francese dalla prospettiva della servitù di Versailles, quando la regina era in procinto di fuggire dalla reggia con il consorte, Re Luigi XVI. Attraverso lo sguardo stupito della lettrice personale di Maria Antonietta, si avvicendano quei precipitosi eventi che porteranno alla ribellione popolare più famosa della storia. Il regista francese propone una visione inedita e ironica della Rivoluzione, adottando il punto di vista della servitù, senza precludersi qualche frecciatina diretta alla società contemporanea. Diane Kruger è una regina di Francia cupa e preoccupata, costretta ad abbandonare il bel mondo dorato in cui aveva vissuto fino a quel momento per incamminarsi verso la ghigliottina. Molto lontana, quindi, dalla sovrana portata sugli schermi qualche anno fa da Kirsten Dunst in «Marie Antoniette», in cui la vita di corte veniva invece presentata come un grande carosello dalle sfumature pop. «Bel Ami», tratto dall'omonimo romanzo di Maupassant, racconta l'ascesa sociale a Parigi del giovane giornalista George Duroy (Robert Pattinson) grazie alla manipolazione delle donne più influenti e benestanti della città. Nella traduzione cinematografica dell'omonimo romanzo di Guy de Maupassant, pubblicato nel 1885, c'è un cast stellare (con Kristin Scott Thomas e Christina Ricci) diretto da due celebri registi di teatro, Declan Donnellan e Nick Ormerod. Mentre le scene di sesso più inquietanti sono affidate a Uma Thurman e al giovane Pattinson, il giornalista disposto a tutto pur di raggiungere la notorietà. Immorale quanto poteva esserlo il «Dorian Gray» di Oscar Wilde, Duroy è un manipolatore nella Parigi di fine '800: consapevole della sua bellezza e intelligenza, pratica l'arte della seduzione per raggiungere i suoi obiettivi saltando da un letto all'altro, ma solo delle donne che contano. Come «Bel Ami», sarà in anteprima a Berlino (entrambi fuori concorso) un altro dramma, «The Flowers of War», diretto da Zhang Yimou e basato sul racconto cinese «Le 13 prostitute di Nanjing» di Yan Geling, che racconta del massacro, nel 1937, durante l'invasione giapponese della Cina. Christian Bale interpreta un occidentale dissoluto che cerca rifugio in una chiesa Cattolica. Là incontra una bella cortigiana cinese che lo aiuta a riscattare un gruppo di alunne da una terribile sorte in mano ai giapponesi. In tutte le produzioni realizzate su questo tema è stato inserito il personaggio di John Rabe, un uomo d'affari tedesco che salvò centinaia di rifugiati cinesi. Bale qui veste invece gli abiti di un impresario di pompe funebri che si finge prete per aiutare un gran numero di cinesi a sfuggire al massacro. Il film è stato girato in inglese, in mandarino cinese e in giapponese, con un budget di 600 milioni di Yan (oltre 90 milioni di dollari): tutti per questa avvincente pellicola che diventa così il primo kolossal cinese interpretato da una star hollywoodiana.

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