dall'inviato Lidia Lombardi UDINE Il Premio Nonino in questa edizione numero trentasette ha molto da festeggiare.
Mastavolta la famiglia che produce grappa celebra come non mai la vocazione a scovare le intelligenze meno conformiste, senza opporre alle scelte pregiudizi ideologici. Ci sono due personaggi antitetici, nei quattro "campioni Nonino" 2012. Uno storico e un teologo, l'inglese Burleigh e lo svizzero Küng. Antinomie di pensiero. Prendiamo il coraggioso Burleigh (pur di dire sempre chiaro e tondo come la pensa ha mollato due prestigiose cattedre universitarie, ad Oxford e a Cardiff). Egli è un liberale inviso ai liberal statunitensi. Il nocciolo del suo studio - l'analisi del nazismo sviluppata in Third Reich: a New History - è che la religione secolarizzata è oppio per i popoli. Mentre la religione canonica è il giardino fertile entro il quale cresce la società civile. Burleigh è cattolico e gli hanno appiccicato l'etichetta di teocon, per l'adesione al pontificato di Benedetto XVI. Un pontificato continuamente sotto attacco. L'ultimo è lo scandalo degli appalti in Vaticano, agitato da La7 sulla scorta delle lettere di mons. Carlo Maria Viganò spedite al Papa. Che ne pensa, Burleigh? "Non ne so abbastanza. Ma è un fatto che il mondo è pieno di persone aggressivamente anticlericali. Vivono ancora come la Francia giacobina che lottava per la separazione dei poteri. Prolifera la genia dei militanti anni '80, maestri di pensiero fanatici, fondamentalisti. Si invischiano in un circolo vizioso nel quale una retorica irrilevante domina". Negli Stati Uniti la battaglia anticlericale è lama acuminata. "Un mio amico texano mi ha detto: il problema dell'Europa è che avete un papa tedesco e un banchiere centrale italiano. Al di là della battuta, quella di Ratzinger è una voce molto importante, che rappresenta chiaramente le posizioni di una religione con ruolo centrale nella civiltà. E con questo parlo di un magistero spirituale, non delle decisioni amministrative della Santa Sede. Il cattolicesimo deve sentire di avere compiti fondamentali da giocare nelle domande dell'uomo. Interrogarsi sull'inizio e la fine della vita è anche portare aiuto alla risoluzione dei problemi sociali. Altro è invece l'ingerenza nella politica interna, nell'economia". Il libro più discusso di Burleigh, "In nome di Dio", si basa sulla tesi che l'uomo ha sempre avuto bisogno di un leader salvifico. Hitler, ricorda lo storico, diceva che la fede esige dappertutto uno stato di dormiveglia e il trucco sta nel risvegliarla con un credo politico entusiasmante. Lo fecero anche Mussolini, Stalin, Mao. Ora l'Europa democratica deve combattere con il nodo dell'euro. Come finirà? "Con il totale ricambio della sua classe politica. I capipartito di oggi non sopravviveranno alla crisi economica che viviamo. Politici populisti li rimpiazzeranno, a destra e a sinistra. Quelli di destra contrari all'immigrazione e propensi al protezionismo, quelli di sinistra opposti al capitalismo. Sempre più globalizzato. La City di Londra è farcita di operatori francesi, spagnoli, italiani. Il potere dei capitali internazionali è enorme. E nomi come quello di Rotschild sono l'emblema dell'antisemitismo di sinistra". Ma Burleigh che intellettuale è? "Liberale e cattolico. Oppositore di qualsiasi intervento militare. No alla guerra in Iraq, in Afghanistan, in Iran. E realista sui nodi da sciogliere. Invece di discettare sul fatto che le ragazze musulmane debbano o no portare il velo a scuola, concentriamoci a ricostruire le nostre società". Un liberale attaccato dai liberal Usa. "Ecco, questi sono i personaggi patologici di oggi. Ne ho una visione negativa, al pari di certi clan del partito repubblicano". Ma la accusano di criticare Obama. "Macché, è un presidente efficace, ha ucciso Bin Laden. Vorrebbero, i liberal di sinistra, che uccidesse anche i reclusi a Guantanamo". Sorride dell'humour, il professore. E spiega: "Già, quei 159 rimasti, che stanno meglio che in un carcere in Belgio, sono il problema dei problemi. Ergo, Obama può levarsi una volta per tutte il pensiero, facendoli fuori". Ma anche con un altro leader Burleigh si diverte, specie ora che sta per dare alle stampe il nuovo libro, sulla guerra fredda globale dal '45 al '65. Un'epoca "finita per sempre. Anche se la Russia continuerà a essere un problema. Si è data la missione di essere un tormento per gli altri. Putin ritiene che questo possa aumentare la sua popolarità". Insomma, il politico-Dio è sommo disvalore, al contrario di una religione civile democratica. E ha fatto bene Ratzinger ad assumere, come il prof ha scritto, "alcune posizioni non negoziabili piuttosto che continuare a declamare la banalità di un multiculturalismo ormai discreditato esistente soltanto nelle università di sinistra". Sulla sponda opposta Hans Küng, sacerdote svizzero, studioso di teologia e di filosofia a Tubinga. Nel '79 ha subito la "scomunica" ad insegnare materia ecclesiastica. Non sono piaciute al Vaticano l'opposizione alla dottrina dell'infallibilità del Papa e la crociata per l'ammissione delle donne ai ministeri religiosi, per la comunione ai divorziati, per il superamento del celibato dei preti. A Benedetto XVI rinfaccia la gaffe sui vescovi antisemiti. La sua Fondazione per un'Etica Mondiale dà una risposta integralista alla crisi economica mondiale: "È causata dalla irresponsabilità del potere politico, finanziario, bancario. Il mondo è malato di avidità e succube di uno smisurato bisogno di profitto".