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Chi lo ha conosciuto lo ricorda per il suo rigore scientifico, ma anche per l'umanità e la simpatia, che sembrava concretizzarsi in quelle imponenti basette bianche.

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Nellasua lunga attività scientifica ha indicato strade del sapere che saranno percorse a lungo negli anni futuri. Pacini, pioniere delle ricerche sulle stelle di neutroni, le pulsar, è scomparso ieri a Firenze, dove era nato il 10 maggio 1939. Nella sua città è stato a lungo direttore dell'Osservatorio di Arcetri. È stato presidente dell'Unione Astronomica Internazionale ed ha dato un contributo fondamentale alla realizzazione del «cacciatore» di pianeti esterni al Sistema Solare, il «Large Binocular Telescope», in Arizona. Nel 2001 è stato anche nominato Commendatore della Repubblica. A lui è dedicato un asteroide, il numero 25601, che porta il suo nome. Negli ultimi anni Franco Pacini aveva sviluppato un'intensa attività di diffusione della cultura scientifica rivolta al grande pubblico, con particolare attenzione ai giovani e giovanissimi. Il suo desiderio di sapere non è stato mai esclusivamente tecnico, ma anche storico: con un particolare interesse per la nascita della «sua» scienza, l'astronomia, con un'attenzione speciale alla vita e alle scoperte di Galileo Galilei. Nel 1997 ha ricevuto il premio della Presidenza del Consiglio per la Scienza. Ma il suo nome è legato soprattutto agli studi pionieristici sulle pulsar e di queste stelle è considerato il «padre». Nel 1967 ha portato un contributo determinante all'astrofisica con la sua spiegazione dei fenomeni inerenti alle pulsar, mediante l'intenso campo magnetico di una stella di neutroni che rotea a gran velocità. Ma si è occupato anche di quasar e delle «strutture compatte» associate ai nuclei galattici. Ha collaborato attivamente, attraverso progetti congiunti, con tanti Paesi e in particolare con gli Stati Uniti.Antonio Angeli

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