Addio Consolo, portò nel mondo la voce della Sicilia
Consolo,che si affacciò al panorama culturale mondiale nel '76 con il romanzo «Il sorriso dell'ignoto marinaio», è stato l'«erede» spirituale di Leonardo Sciascia e l'intellettuale che ha diffuso oltre lo Stretto la voce della Sicilia. Nato a Sant'Agata di Militello, in provincia di Messina, nel 1933, ebbe, all'inizio della sua attività, negli anni Sessanta, come riferimenti umani e letterari il suo «conterraneo» Leonardo Sciascia e il poeta Lucio Piccolo. Nel '68, avendo vinto un concorso alla Rai, si trasferì a Milano, che divenne la sua città e dove ha lavorato fino alla scomparsa, impegnandosi anche in una importante attività giornalistica. «Il sorriso dell'ignoto marinaio», nel quale si concentrano le tematiche che hanno fatto apprezzare Consolo, è l'amara ricostruzione della vita e delle contraddizioni nella Sicilia di passaggio dal regime borbonico a quello unitario. Culmine drammatico del racconto la rivolta dei contadini di Alcara Li Fusi nel maggio 1860, una sommossa soffocata nel sangue. Tra i sui libri si ricordano «Lunaria» (Einaudi 1985 - Mondadori 1996), «Retablo» (Sellerio 1987 - Mondadori 1992), «Le pietre di Pantalica» (Mondadori 1988), «Nottetempo, casa per casa» (Mondadori 1992), «Nerò metalicò» (Il Melangolo 1994), «Fuga dall'Etna» (Donzelli 1993), «L'olivo e l'olivastro» (Mondadori 1994), «Lo spasimo di Palermo» (Mondadori 1998). Tra i saggi: «'Nfernu veru (La letteratura dello Zolfo)» (Edizioni del Lavoro 1985), «La pesca del tonno in Sicilia» (Sellerio 1986), «Il barocco in Sicilia» (Bompiani 1991), «Vedute dello stretto di Messina» (Sellerio 1993). Nella sua opera la ricerca della memoria storica della sua terra, la Sicilia, il suo passato e il suo presente, la sua bellezza affascinante e il suo disfacimento. Sempre presente nei suoi scritti lo spirito forte di una terra solare, ma immersa in una secolare decadenza. La caratteristica fondamentale della lingua di Consolo è la tensione verso l'affermazione di una propria identità, riconoscibile in tutti i passaggi. Consolo amava la Sicilia e contemporaneamente ne guardava con rassegnazione l'immanente disfacimento.