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Il lato oscuro dei cugini francesi

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De Sade, Lou Salomè, Verlaine, Rimbaud geniali depravati Altro che le oscenità di Marilyn Manson e di Lady Gaga

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Perchénon solo è patetico ma anche vagamente disgustoso ogni "maledettismo" iperesibito e iperprovocatorio, che abbia come garanzia il "bollino blu" di folle urlanti, invasate e strapaganti, nonché di manager e mass-media allegramente complici, anziché offrirsi come sfida solitaria, degna di un irregolare in lotta col mondo. Insomma, i maledetti doc non vanno a caccia di facili consensi, ma ci tengono ad affermare il loro dissenso da tutti i luoghi comuni e più che mai da quelli consacrati dalla pubblica piazza, tra luci abbaglianti ed urla isteriche. Come è noto, non c'è conformismo più stucchevole di quello di uno sbandierato anticonformismo "alla moda" e il vero maledetto se ne tiene lontano come dalla peste. Anche perché la benedizione della coppia "genio & sregolatezza" basta e avanza. Benedetti i maledetti? Stampa Alternativa, che ha antica dimestichezza con contestatori, guastatori, profanatori, ribelli, proscritti, folli in disordine sparso ecc., non solo ci crede, ma ci scommette. E così fa nascere da una costola della sperimentata collana "Fiabesca" una serie di volumetti col sulfureo contrassegno BenedettiMaledetti. Ad aprire le danze "sabbatiche" ci voleva uno stramaledetto di rango come Donatien-Alphonse-François de Sade. Molti, al di là di qualche traduzione spesso raffazzonata dei suoi libri più pruriginosi, lo conoscono soprattutto per la vita scandalosa, dissipata, perversa, insomma "sadica", che condusse e che si esaurì tra prigioni e manicomi, visto che gli erano ostili sia i conservatori che i rivoluzionari. A pochi, però, è noto il Divin Marchese banditore di un "mondo nuovo", ovvero di una umanità riscattata grazie alla ragione (in buona compagnia con gli istinti affrancati da morale e religione). Ed allora non è male, a qualunque valutazione conclusiva si pervenga, fare i conti con questo scatenato libertino, sulfureo, certo, dunque da prendersi "con le molle", ma non privo di guizzi di verità come "smascheratore" di menzogne, vizi e ipocrisie della "douce France" prerivoluzionaria. "Ancora uno sforzo...Rivoluzioni e profanazioni del gran maledetto" - l'"entrée" della nuova collana, a cura di Stefano Lanuzza, pp. 161, euro 13, in libreria domani - potrà dunque fornire suggestioni ed opportuni suggerimenti a chi non opponga al vizioso de Sade il vizio del pregiudizio e non tema le sue brucianti sentenze di protagonista/testimone dell'Ançien Régime e dell'89 rivoluzionario. All'autore di "Justine" seguirà Lou Andreas Salomé con "La rivolta dell'eros" (a cura di Luciana Floris): e ci sarà qui da sbizzarrirsi con una scostumata protofemminista che ammaliò uomini geniali (e anche loro un po' sregolati) come Nietzsche e Rilke e fu allieva di Sigmund Freud. Abbiamo ricordato Nietzsche ed eccolo puntualmente apparire come terzo della collana con "Il crepuscolo degli idoli" (a cura di Michelangelo Tomarchio Levi): un'opera pubblicata nel 1889 (a due passi dall'esplosione della follia), in cui il padre di Zarathustra riprende e porta alle estreme conseguenze i suoi "eroici furori" di profeta, facendo terra bruciata di ogni sistema religioso, filosofico, morale, con una incontenibile foga polemico- visionaria. Torna, poi, la Francia dei "profanatori" con "I poeti maledetti" di Paul Verlaine (a cura di Tommaso Guerrieri) e con "Una stagione all'inferno" e "Illuminazioni" di Arthur Rimbaud, due classici "maudit" proposti in un volume unico (a cura di Antonio Castronuovo): e alzi la mano chi non senta la voglia di una ricognizione tra le musiche inquietanti e dolcemente morbose del "decadente" Paul, raffinato poeta, nonché grande scopritore di talenti. Perché fu lui tra i primi ad accorgersi di quel che valeva quel ragazzino arruffato dagli occhi glauchi, arrivato a Parigi dalle Ardenne. Già, le "illuminazioni" infernali di Rimbaud...Le ebbrezze oniriche, le alchimie, gli inquietanti calligrafismi del "ladro del fuoco", del "veggente", del "Puccettino dalle scarpe sfondate", con cui ieri e oggi ogni adolescenziale cuore vagabondo non può non avere il classico incontro- appuntamento-colpo di fulmine da sigillare nell'archivio della memoria… Adesso, con «BenedettiMaledetti», la bella occasione del "tempo ritrovato". E lo stesso vale per i "Canti orfici" di Dino Campana (a cura di Vincenzo Guarracino): anche qui, il fastoso delirio di un "borderline" per anni condannato all'emarginazione. E al manicomio. Poi, la "scoperta". E le folgori del "matto di Marradi" che imprimono un segno ardente su tutta l'avanguardia del Novecento. Benedetti maledetti! Li scomunichi perché sono andati all'assalto del cielo e poi li santifichi perché, con tutto il loro inferno interiore, hanno portato un po' di cielo su questa nostra povera terra...

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