E anche il commissario goloso di Simenon ha i rimorsi di coscienza
Lui- pipa, cappello ben calzato sulla fronte, a sfidare il gelo e l'afa di Parigi - nelle pause-pranzo in brasserie o nelle cenette in casa s'industria a sbrogliare la matassa, ma lascia al giudice la condanna. Georges Simenon, insomma, affida anche alla comprensione della «comedie humaine» (anzi tragedia umana, visto che si parla di morti ammazzati) la simpatia del suo personaggio. Però il commissario che non riusciamo a scollare dalla faccia di Gino Cervi ha qualche peccato da rimproversi. E non solo di gourmet. Nell'ultimo romanzo uscito per Adelphi (la Casa di Roberto Calasso sta pubblicando tutte le opere di Simenon) il peso che il piedipiatti parigino si sente sullo stomaco è di omissione. Il libro si intitola «La pazza di Maigret» e comincia con una anziana sola, solissima ma davvero a modo (di quelle vedove che tengono lustra la credenza e il centrino sul tavolo). Lo aspetta all'uscita dall'ufficio come fosse il Padreterno. Si sente minacciata e solo del Commissario si fida. Insomma, sa che solo lui può difenderla da una strana presenza nella sua casa, qualcuno che entra quando va a fare la spesa e che sposta - impercettibilmente - gli oggetti. Fa spallucce Lapointe, il vice che surroga Maigret nel primo colloquio con la vecchietta. «Una pazza», liquida la vicenda accennandone al capo. Maigret si propone di passarci, in casa di madame. Ma una sera (è piena estate) si gusta la carne fredda, l'insalata e la maionese con la sua signora e poi va a passeggio con lei sui boulevards, il giorno dopo s'attarda a pranzo in un locale vicino Pont-Neuf e poi s'impelaga a parlare con un ex collega in pensione incontrato per caso. Non passano 48 ore che arriva come una scure la notizia. La «pazza» viene trovata morta in casa. Eccolo, il rimorso. «Finché l'ho avuta davanti le ho creduto - aveva spiegato Maigret a sua moglie - Ha due occhi grigio chiaro che ti danno l'idea di candore e di bontà. Anzi, di semplicità d'animo. É vedova da dodici anni. Vive da sola. A parte una nipote che non vede quasi mai, non ha altri parenti». Aveva due sole distrazioni, la signora ultraottantenne: appoggiarsi al davanzale della finestra per sentire il cinguettio dalle gabbiette del venditore di uccelli nel negozio di sotto e passare un'oretta seduta sempre sulla solita panchina delle Tuileries. Crudeli, i dettagli di Simenon. Tanto più innocenti quanto più lancinante il rammarico del commissario Maigret. Lidia Lombardi