Sanremo nel caos. Ora spunta la grana Battisti
Alritmo di un paio al giorno, arriveremo a San Valentino già saturi. O è una strategia mediatica? Il pasticcio delle due canzoni in odor di squalifica è talmente indigesto che a pensar male parrebbe quasi creato ad arte. Possibile che nel truppone di autori, legali e staff nessuno si fosse reso conto che il brano della jazzista romana fosse stato proposto a Sanremo da Daniele Magro già due anni fa e poi dal vivo? E che il pezzo dell'aliena coppia D'Alessio-Bertè fosse stato testato su Facebook? Ieri Mazzi e Morandi hanno dapprima provato ad arrampicarsi sui pendii scivolosi del regolamento, illustrando un distinguo normativo tra "canzone inedita" e "nuova". Peccato però che i due direttori artistici abbiano affrontato solo il caso della Civello, ben introdotta nei circuiti d'Oltreoceano, meno in quelli rivieraschi, dove invece Gigi gode di una considerazione ramificata. Sarà mica per quello che Gianmarco & Gianni - nella videochat di Mollica - hanno glissato sul divo partenopeo, rimettendosi alla «decisione della Rai» per il destino di Chiara? E che significava quel pilatesco defilarsi, come se il casino l'avessero combinato i vertici di Viale Mazzini? Solo a tarda sera l'organizzazione ha annunciato «verifiche» ed eventuali «provvedimenti» sui brani incriminati. La spiacevole sensazione è quella di una macchina che si sia messa in moto in ritardo, e che abbia gestito scelte delicate con una punta di faciloneria, malgrado un rodaggio pluriennale. Come dimostra anche lo scontro con la vedova Battisti, decisa ad impedire che Emma e Noemi omaggino Lucio con versioni de "Il Paradiso" e "Amarsi un po'", nella serata delle cover. Questo è un altro punto nodale per la credibilità di Sanremo: la «diffida» di Grazia Letizia Veronese, detentrice dei diritti sui brani del defunto marito, era ampiamente prevedibile. Fedele alla sua strategia del silenzio e del controllo sulla memoria battistiana, aveva già proibito alla Rai di far cantare a Ron un inedito di Lucio al Premio Mogol, chiesto di bloccare gli spot di un programma dove Pupo e Filiberto citavano "Ancora tu", osteggiate kermesse e mostre, vinta la vertenza con la Sony per far eliminare i testi dai cd. Mazzi si dice «sconcertato»: in effetti, una sordina su Battisti all'Ariston immalinconirebbe quanto una barricata dei pronipoti di Mameli contro l'Inno alle partite dalla Nazionale. Ma c'era da aspettarselo, viste le scelte - discutibili o meno - della signora. Aggiungeteci gli insulti di Iacchetti a Morandi, le accuse della sempiterna Marcella per l'esclusione e i rimuginamenti di Celentano («Guardo la prima in tv e se non mi piace non vado», ha fatto sapere Adriano). A un mese dalla sigla, qualcuno governa a Sanremo?