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Addio allo scrittore Skvorecky

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Skvoreckyè diventato famoso soprattutto con il suo romanzo «I Codardi» (Zbabelci) scritto dopo il putch comunista nell'ex Cecoslovacchia negli anni Cinquanta. Lo scrittore è uno dei simboli della Primavera di Praga del 1968, l'anno in cui fu costretto a rifugiarsi nel Canada, dove ha fondato insieme con sua moglie Zdena Salivarova la casa editrice «68» (Sixty-Eight Publishers), tramite la quale furono pubblicati oltre a duecento libri vietati nell'ex Cecoslovacchia, tra l'altro le opere del drammaturgo Vaclav Havel e i romanzi dello scrittore cecoslovacco Milan Kundera. «I codardi» descrive lo scontro dei giovani contro la società borghese, all'inizio degli anni '60. Ha inventato il personaggio del giovane ragazzo Damni, un giovane in cerca di libertà e di amore che viene sempre deluso dalla vita ma che non perde l'ottimismo. Al centro dell'attenzione di Josef Skvorecky vi è anche la cosiddetta questione ebraica, che l'ha portato a descrivere i momenti crudeli che precedono la partenza degli ebrei verso i campi di concentramento e anche i momenti difficili dopo l'arrivo della libertà. È autore anche di sceneggiature e dell'autobiografia «Il racconto del sassofonista tenore cui non ha mai arriso il successo», 1994. Tra gli ultimi romanzi, si ricordano «Due omicidi nella mia vita doppia».

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