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«Müller al Festival? Non c'è logica né rispetto per Rondi»

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Nessunoosa certo mettere in discussione la professionalità dell'ex direttore della Mostra di Venezia, ma ciò che più scandalizza il mondo artistico e politico (soprattutto quello di sinistra ma non solo) riguarda il metodo, la scelta e l'accordo dietro le quinte dei poteri forti che (quasi certamente) porterà Müller a trionfare nella Capitale. Ne parliamo con l'ex assessore capitolino alla Cultura ed esponente del Fli Umberto Croppi. Croppi, cosa è successo esattamente nelle ultime 36 ore? «Il sindaco di Roma Gianni Alemanno e il presidente della Regione Lazio Renata Polverini hanno incontrato Müller convenendo tra loro il ruolo di direttore per lui. Anche se non c'è stato alcun annuncio ufficiale (tra l'altro previsto il 13 gennaio), i fatti sono saltati fuori e l'incontro è stato ieri confermato da entrambi». Dove è l'illogicità della procedura nell'incontro che preannuncia Müller come direttore del Festival di Roma? «Per statuto il direttore viene nominato dal presidente (in questo caso Gian Luigi Rondi) e non dai soci della Fondazione. E viene nominato in assemblea di fronte ai soci della Fondazione, ovvero Camera di Commercio, Comune, Regione, Provincia e Fondazione Musica per Roma. Immaginando una figura di direttore (che peraltro ha persino già annunciato un suo piano), il sindaco e la presidentessa contrastano con lo statuto del festival e con la logica: perché è il presidente che fa prima il piano e lo sottopone ai soci, poi nomina il direttore che viene scelto in funzione del piano, mentre i soci propongono il neo presidente. Ma come farà il neo presidente ad accettare l'incarico se già si trova davanti un'indicazione così forte?». Quale piano ha proposto Müller per il Festival di Roma? «Dovrebbe coinvolgere tutta la città, non solo l'Auditorium, e per tutto l'anno: ci sarà anche una parte estiva che riesumerebbe l'esperienza e la location del Massenzio». Come si esce dall'impasse? «Se vogliono Müller, persona assolutamente importante che offrirebbe grosso apporto a Roma, dovrebbero nell'esercizio delle loro facoltà proporre ai soci il suo nome come presidente». Ma non c'è anche lei in corsa alla presidenza? «Avevo presentato Müller ad Alemanno due anni fa e a febbraio scorso il sindaco mi propose l'incarico. Ma credo che ormai quell'idea sia scaduta». Come crede reagiranno i vertici degli altri Festival internazionali? «A Cannes, a Locarno o a Berlino, non ci sono mai state questioni sulle nomine, né una tale spasmodica attenzione da parte dei politici, che hanno il compito di individuare un presidente. E basta. In tutto questo c'è poi da registrare un gesto poco riguardoso nei confronti dell'attuale presidente Rondi che scadrà a giugno».

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