Quark compie 30 anni Ecco come la scienza viene raccontata in tv
Nel 1981 in onda la prima puntata Il boom nel 2003 con lo speciale su Sissi
Quarkappunto. Il principio, per chi se lo fosse dimenticato, appartiene ormai al secolo scorso: primavera 1981, un anno prima dei Mondiali di Spagna vinti dall'Italia, la Rai manda in onda per la prima volta il programma Quark, rubrica scientifica, ideata e condotta da Piero Angela. Il suo nome, per le generazioni dei trenta, quaranta e cinquantenni è (e resterà) sinonimo di scienza divulgata in tv, di Napoleone Bonaparte visto attraverso l'analisi dettagliata delle sue battaglie, degli egizi e del loro mondo nascosto, dello spazio, di Troia, dell'oro di Cortés e finanche della principessa Sissi. Sì, perché in molti lo avranno scordato ma fu proprio una puntata dedicata alla figura di quella sfortunata principessa, nel dicembre del 2003, a registrare per Super quark speciale, uno share del 26,17% con 6 milioni 489 mila spettatori, superando di quasi 10 punti il film di Canale 5 «Jack Frost», fermo al 17.56 di share e 4 milioni 530 mila. Son passati soltanto 7 anni da allora, ma sembra un secolo. Gli ascolti della tv si sono frammentati, l'arrivo del digitale ha decentralizzato le reti generaliste, il satellite è ormai tra le confidenze degli italiani ma Piero Angela, lui, è ancora lì, in piedi, sulla tolda della particella che dà il nome al suo programma. Per i suoi 30 anni quarkologi, Angela è andato in scena su Raiuno lunedì scorso, nel primo di tre speciali sul trentennale (gli altri due son previsti per il 27 dicembre ed il 3 gennaio), non nascondendo la soddisfazione per il lavoro svolto. Tempo fa ha spiegato di essere stato testimone «di un mondo che cambiava», anticipando quel che poi sarebbe accaduto. Prevedere il futuro è cosa difficile per tutti, anche per i divulgatori scientifici, di sicuro però nella convinzione e nella tenacia con cui è andato in onda per 30 anni, Angela ha tracciato un percorso che possiamo riassumere in questa sua battuta, detta quest'estate all'indomani di un buon risultato di ascolti per il suo programma: «Mi sembra positivo che stravinca negli ascolti un programma che parla di economia, storia, archeologia, scienza, vuol dire che la gente non è attenta solo a programmi di intrattenimento, di gossip, di urla, vuol dire che la passione è importante ma lo è anche il ragionamento». Di sicuro la tv di Angela becera e guardona non lo è mai stata, restando comunque fedele al concetto di nazionalpopolare. Sì, perché tra scienza, storia, grandi personaggi da narrare, vite straordinarie alla Leonardo da Vinci, il linguaggio divulgativo di Angela è generalista che più non si può. In questo il suo Quark, dentro la cornice di una grande professionalità, è tv del secolo andato. I grandi mutamenti della società e della contemporaneità sono stati più veloci della serialità televisiva. Il suo Quark, negli anni, ha assunto varie forme: Super, speciale, in pillole, economia, Europa. Perdendo, a ogni aggiunta, un po' dello spirito originario, da particella corsara. Trent'anni, dunque, e sentiti un po'. Perché essere vincenti, nella tv generalista, significa anche tradire (nel senso letterale del termine) un po' di se stessi, dell'idea primigenia. E forse è giusto così, perché Quark ha accompagnato questi decenni di vita italiana, segnando in contrappasso i cambi di costume degli italiani: dal boom degli anni Ottanta, che ci risvegliò dal torpore, all'imbastardimento dei Novanta, stiracchiati tra la fine di un secolo e l'inizio del 2000, sino ad oggi, l'era dei tecnici e della tecnica dove la gente - quasi sempre - discorre di cose che non capisce. In questo, sì, Angela è stato un anticipatore: nell'inseguire la specializzazione dei saperi, ficcandoli nel tubo catodico per raccontarli agli italiani. Per capire quanto ne sappiamo di scienza grazie a Quark, però, sarebbe necessario un test scientifico, un'opinione non è sufficiente. Resta il fatto che in tempi di cucina ovunque nei palinsesti e di ricette del mattino, del pomeriggio e della sera, Quark è un buon Alka-Seltzer per gli spettatori inappetenti a quel che passa il Convento. Anche se Galileo Galilei che, guardando Quark di Piero Angela (spot Rai per la campagna di abbonamento 2009), si convince che la sua teoria è tutta da rifare, beh quello è il narcisismo della televisione generalista che ha molto del divertimento e poco dell'Inquisizione (grazie a Dio, aggiungiamo noi). Buon compleanno, Peter.