Regali da mangiare
Panettoni e torroni, caffé, salumi e formaggi artigianali Per mettere sotto l'albero un prodotto italiano e di qualità
Paroladi Michael Douglas. Un'osservazione acuta perché il mangiare è una metafora del pensare. Pertanto, approfittando di questa crisi potremmo ripensare ad una serie di valori tra cui il cibo. I doni di Natale potrebbero essere golosi con queste qualità: italiani, artigianali, veri ed unici. Partiamo da un semplice panettone: la scelta è infinita ma se si tiene conto delle indicazioni sovracitate, la rosa si stringe di molto. Niko Romito (45euro), Alajmo (27euro), Cristalli di Zucchero (25euro), per fare solo qualche nome, producono manualmente meraviglie lievitate che durano solo tre settimane; sono fatti con una lievitazione lenta e sono il risultato di una selezione di prodotti italiani: cercati, sperimentati e selezionati in maniera artigianale. Marco Rinella di Cristalli di Zucchero fa arrivare la frutta bio dalla Sicilia dopo qualche ora dalla raccolta e prepara i canditi per l'evento diversi mesi prima; il lievito naturale che usa Alajmo viene rinfrescato quotidianamente ogni quattro ore in modo che non prevalga l'acidità. Il panettone di Niko Romito viene affiancato da un barattolo di gelatina di arance. Il torrone è un'altra istituzione natalizia tutta italiana: sia duro – cotto fino a 15 ore – sia morbido, cotto circa due ore. Corrado Assenza è uno dei maestri pasticcieri che rappresenta l'Italia con maestria e devozione per il suo lavoro. Il suo laboratorio in quel di Noto ha un motto: fare buono e fare bene. Dal 1892 di generazione in generazione, un antica sapienza si esprime nella produzione di torroni (11,20 euro) di mandorle di Noto, miele degli Iblei e pistacchi di Bronte o marmellate (8 euro) di cedro, bergamotti, arance siciliane. Al nord il torronificio Scaldaferro a Dolo dal 1919 produce il mandorlato oggi anche nella versione per celiaci. Della serie doni concreti: un chilo di caffè Morganti che festeggia i 120 anni con la miscela originale del fondatore Romeo Morganti (1 kilo 18,50 euro); la Mortadella Favola di Palmieri di Modena da un chilo e mezzo, in cotenna naturale cucita a mano anche per celiaci (17 euro); una mozzarella di bufala Nonna Rosa da 2 kili di Aversa (20 euro). Per il modern food: un abbonamento per ricevere il pranzo in ufficio (crema di carote, zenzero e arance (4,80 euro) o pita con spaghetti di calamaro e friggitelli e pomodori secchi (7 euro) in un packaging assolutamente biodegradabile ad opera delle laboriose ragazze del sito/laboratorio www.foodontheroad.eu. Un corso di birra in 14 lezioni? Da Il Maltese (euro 300) per scoprirne tutti i segreti. Vi piacciono le bionde? Curmi, Oppale e Audace birre del Birrificio 32 nella confezione tris (30euro) oppure la natalizia Nectar 32 al miele di castagno (10euro) Vino? Sia il benvenute con la sapienza del gusto e del senso. Come Anfora di Josko Gravner: unico, ispirato al vino millenario del Caucaso, vinificato in anfora per 7 mesi senza aggiunta di lieviti e senza controllo di temperatura e affinato in botti di rovere. Un gioiello di inestimabile valore (80 euro). Anche al Sud, un produttore e filosofo della vita – Roberto Ceraudo – produce i vini Grayasusi dedicati alle donne arbreshe e alla terra. Un rosato di solo gaglioppo dai colori e dai profumi stupefacenti (13 euro).