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Dal pesce ai cappelletti in nome della tradizione

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Scegliendotra tre secondi in Emilia Romagna: cotechino di Modena allo zampone con lenticchie, puré e mostarda, formaggio di fossa con la Saba (mosto cotto e aromi naturali). È quanto emerge da un monitoraggio della Coldiretti che, nonostante la crisi, ritrae gli italiani come un popolo di gourmet. Corre infatti voce ci si possa chiedere di tutto, compreso l'arduo compito di tirare la cinghia su bolli e bollette, ma guai a farci rinunciare ai piaceri della tavola. In barba alla crisi, per il solo pranzo di Natale spenderemo 1,8 miliardi di euro. Ma premieremo le portate Made in Italy. Calano le mode esterofile del passato, più care da sfoggiare: meno caviale, ostriche, salmone o ciliegie fuori stagione e più bollito, cappelletti in brodo, pizze rustiche e agrumi nostrani. Aumenta anche la voglia di mettersi dietro ai fornelli che, oltre ad essere motivo di svago, fa bene anche alle tasche. Dulcis in fundo il panettone e il pandoro, tallonati dai dolci folcloristici anche se - conclude la Coldiretti - in Calabria si consumano i fichi a crocetta ricoperti al cioccolato e i torroncini, dolci al cedro e al bergamotto, in Campania è il tempo di struffoli e roccocò, in Friuli della gubana (noci, mandorle, uvetta, miele, vino e rhum, avvolto in sfoglia), in Molise i calciuni a base di farina, vino, castagne lessate, rhum, cioccolato, miele, mandorle, cedro candito, cannella, in Puglia i porcedduzzi (frittelline piccolissime con miele o zucchero), in Emilia il Panone di Natale di Bologna (a base di farina, mostarda di mele cotogne, miele, cacao, cioccolata fondente e fichi secchi), in Liguria il pandolce (impasto di farina, uvetta, zucca candita a pezzetti essenza di fiori d'arancio i pinoli pistacchi semi di finocchio latte e marsala) e in Sicilia i buccellati di Enna (dolci tipici ripieni di fichi secchi), cassate e cannoli, i mustazzoli a base di mandorle, cannella e chiodi di garofano e cubbàita (torrone di miele con nocciole e mandorle o pistacchi). Rob.Mar.

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