A Firenze per indagare sul giallo di Leonardo arrivano i carabinieri
Icarabinieri del Nucleo Tutela patrimonio culturale stanno compiendo indagini nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, a Firenze. Qui sono allestiti i ponteggi per la ricerca della «Battaglia di Anghiari», dipinto (forse) perduto di Leonardo da Vinci che, secondo alcuni esperti, si troverebbe sotto un altro celebre affresco: «La battaglia di Scannagallo» di Giorgio Vasari. Il giallo vede da una parte la Soprintendenza del Polo Museale Fiorentino, che sta cercando dietro quello del Vasari, il dipinto di Leonardo attraverso piccolissimi fori con speciali sonde e dall'altra l'associazione Italia Nostra che ritiene che per la ricerca si stia danneggiando l'opera del Vasari. La storia inizia mezzo millennio fa, nel 1503, quando un ambizioso gonfaloniere, Pier Soderini, pensò di far decorare la sala più bella della sua amata Firenze, con i dipinti di quelli che sarebbero divenuti gli artisti più celebri della storia dell'Umanità: Leonardo da Vinci e Michelangelo Buonarroti. Ai tempi l'uno era un non più giovane e universalmente adorato artista. L'altro aveva 28 anni, era il genio «emergente» e non era per nulla di buon carattere. Leonardo avrebbe dovuto realizzare la «Battaglia di Anghiari» su un lato del Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, la più grande aula italiana per assemblee civili, e Michelangelo, di fronte, avrebbe dipinto la Battaglia di Cascina. I geni del Rinascimento avrebbero dovuto lavorare assieme, a due opere imponenti (18 metri per 7 di altezza) che si fronteggiavano. Ma due primedonne così non potevano andare d'accordo. Neanche un po'. Michelangelo realizzò alcuni disegni e poi mollò tutto. Leonardo, che detestava l'affresco, tentò una tecnica rivoluzionaria, ma il risultato fu una catastrofe. Comunque qualcosa, per parecchi anni, del grande dipinto leonardesco rimase, tanto che è giunto ai giorni nostri un bello schizzo (nella foto) di Paul Rubens, oggi esposto al Louvre. Il posto di quell'opera rovinata, ma in qualche modo ancora bella e significativa, fu preso da «La battaglia di Scannagallo», conosciuta anche come battaglia di Marciano, di Giorgio Vasari. E l'opera di Leonardo, che fine fece? Mistero. C'è chi sostiene che Vasari, che per Leonardo nutriva un'adorazione sacrale, mai avrebbe potuto picconare un suo dipinto, anche se mal riuscito. La cosa più probabile è che davanti alla parete decorata dal da Vinci sia stato tirato su un'altro muro e su quello sia stato fatto il nuovo dipinto. Per verificare questa teoria i ricercatori hanno chiesto di realizzare 14 piccolissimi fori, nei quali far passare delle microsonde. Ne sono stati concessi 7 e, per il momento, realizzati 6. I primi risultati sono stati positivi: c'è un'intercapedine e sulla superficie dove dovrebbe essere il dipinto di Leonardo ci sono, come in ogni giallo che si rispetti, tracce organiche, probabilmente delle uova usate per realizzare i disegni preparatori. Ora Italia Nostra ha chiesto di fermare le ricerche con un esposto alla Procura di Firenze che ha inviato i carabinieri ad indagare su un giallo che dura da cinquecento anni.