Artisti di oggi per riempire i vuoti di Collemaggio
Arrivandovisi resta colpiti dalla magnifica facciata a motivi geometrici bianchi e rossi dall'effetto quasi optical. Tutto, guardandola dall'esterno reso più ameno dal grande prato, pare non toccato dal terremoto del 2009. Ma poi, quando si entra, la bellezza del luogo si svela ferita e convive con ingombranti ponteggi fino alla zona, messa in sicurezza, in cui la volta è crollata e le due absidi lesionate. Lungo le navate grandi pannelli grigi che prima del terremoto ospitavano le tele seicentesche di Carl Ruther sono desolatamente vuoti. Ma ora, per lanciare un nuovo ed emblematico stimolo alla ricostruzione dell'Aquila, le opere di quattro grandi artisti contemporanei riempiono quei pannelli vuoti fino al 21 dicembre, dialogando con gli spazi ad altissima concentrazione spirituale di una Basilica fondata nel 1287 per volere di Pietro da Morrone, incoronato Papa Celestino V nel 1294, che istituì quello che viene considerato il primo Giubileo della storia. Senza dimenticare che la Basilica accoglie anche la prima Porta Santa del mondo. Ecco quindi la mostra Arché, che ha come protagonisti Vasco Bendini, Luigi Boille, Marcello Mariani (artista che ha perso casa e studio nel terremoto) e Giulio Turcato. Un evento curato da Gabriele Simongini e promosso dalla Regione Abruzzo - Servizio Politiche Culturali e dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale - Comunità Europea, grazie all'impegno dell'avvocato Paola Di Salvatore. Per ognuno dei quattro artisti è stato individuato un elemento archetipo e fondante della loro ricerca che si apre anche ad implicazioni più universali: il soffio vitale per Vasco Bendini; il segno-colore per Luigi Boille; il sacro per Marcello Mariani; la luce cosmica per Giulio Turcato. Ma ad ognuno si potrebbe anche attribuire, quasi per gioco, uno dei mitici quattro elementi originari del cosmo secondo i filosofi antichi: l'acqua (Bendini), l'aria (Boille), la terra (Mariani) e il fuoco (Turcato). Un evento nell'evento, a pochi passi dall'urna con le reliquie di Papa Celestino V scampate a due terremoti, è la presentazione dell'opera Celestino V di Bendini, un polimaterico del 1972 posto in una teca di plexiglass e che alla fine della mostra sarà donato alla Regione Abruzzo. Come scrive Simongini, è un sudario colmo di forza drammatica ed esistenziale, un omaggio sofferto alla profonda spiritualità di un Papa e di un uomo autenticamente coraggioso.La mostra, ampliata, sarà ospitata nel 2012 a Roma, al Vittoriano, per iniziativa di Comunicare organizzando di Alessandro Nicosia. Lidia Lombardi