Risate d'autore con il fascino letale della commedia noir
Quandodelitti, investigatori, ladri e truffatori incontrano la leggerezza e l'ironia della commedia il gioco è fatto. Fior fiori di autori e registi si sono misurati con il genere, raggiungendo vette e trascinando nelle sale cinematografiche milioni di appassionati. L'ultimo in ordine di tempo è Brett Ratner con «Tower Heist - Colpo ad alto livello». Basta elencare i protagonisti per capire di che stiamo parlando: Ben Stiller, Eddie Murphy, Matthew Broderick solo per citarne alcuni. Crisi finanziaria, un gruppo di lavoratori affida le proprie pensioni a un signore di Wall Street che si rivelerà un truffatore e verrà poi arrestato. I truffati, guidati da Ben Stiller, decidono allora di fare una rapina per riprendersi i loro soldi. E tra di loro c'è un certo Eddie Murphy. Ratner fa centro ma può contare su una lunga serie di modelli e predecessori che hanno fatto la storia del noir in salsa comica. E vengono subito alla mente decine di film firmati da Billy Wilder, maestro incontrastato del genere. Il suo incontro con Jack Lemmon e Walter Matthau ha dato origine ad alcune tra le pellicole più famose della sua carriera: da «Non per soldi...ma per denaro» a «Prima pagina» e «Buddy Buddy». Se la commedia noir continua a restare sulla breccia lo si deve anche a un autore che ha fatto della commistione tra i generi e dell'autoironia i pilastri della sua arte: il newyorkese di origini ebraiche Woody Allen. Soprattutto nella produzione degli ultimi trent'anni, il regista statunitense ha abbracciato i colori del noir in più di una occasione, quasi sempre con risultati sorprendenti. Vengono alla mente titoli come «Misterioso omicidio a Manhattan», «Pallottole su Broadway» e «Criminali da strapazzo». Senza dimenticare il quasi film d'esordio «Prendi i soldi e scappa». In Allen le atmosfere noir sono sempre al servizio di personaggi-macchiette che riescono a sdrammatizzare, anche solo per un attimo, la tensione di furti, delitti e omicidi. Fino alle estreme conseguenze. Fino alla rielaborazione di genere operata negli anni Novanta da uno dei maggiori autori viventi della settima arte: Quentin Tarantino. Il suo «Pulp Fiction» ha riscritto le regole del cinema. Samuel L. Jackson e John Travolta riescono a far parlare le armi con il cinismo di una tagliente ironia. Segno indelebile e inconfondibile di un'intelligenza artistica che ha pochi eguali. Il matrimonio tra commedia e noir non è facile per nessuno, ma quando il grande schermo riesce a equilibrare le dosi di suspense e risate il successo è assicurato.