«Non sopporto quei colleghi con la residenza fiscale all'estero»
«Hola residenza in Italia e so che molti miei colleghi, direttori, registi e cantanti, non hanno la residenza in Italia. È una loro scelta e ognuno è libero di fare quello che vuole - ha tuonato il Maestro - Però non sopporto chi poi polemizza contro la politica e i ministri. Non si può tenere la residenza fuori dall'Italia e poi sputare sul proprio Paese». Queste la parole di Muti ai microfoni di Armando Torno per Radio 24 parlando, ieri, del premio a lui conferito: il «Paolo Borsellino, eroe italiano», che gli è stato consegnato «per gli altissimi meriti artistici e morali». Ieri sera Muti ha dato il via alla stagione dell'Opera di Roma dirigendo il verdiano «Macbeth», trasposizione in musica della tragedia scespiriana sulla tirannide che cade grazie all'eroismo del popolo insorto. Muti da qualche mese è stato nominato «Direttore onorario a vita» del Teatro dell'Opera di Roma. «È chiaro che questo premio verrà tassato - ha detto - ma sono comunque contento di avere la residenza fiscale in Italia», ha poi concluso il direttore. E la rappresentazione di ieri è stata una grande festa per la Capitale. Al Costanzi c'era tutta la Roma e tutta l'Italia «che conta». E anche tante persone «come tutte le altre». La prima di ieri sera (e le repliche) ha fatto registrare subito il tutto esaurito grazie al record di vendite di abbonamenti e biglietti di quest'anno. Un segnale di riconoscimento della qualità che viene dal pubblico, dagli spettatori che giorno e notte hanno fatto la fila al botteghino della Fondazione capitolina per acquistare i posti agli spettacoli di lirica, balletto e concerti del Teatro Costanzi. Un vero successo popolare ha premiato il «Macbeth» di Verdi che ha inaugurato con successo la stagione del Teatro dell'Opera di Roma. Tutto fra gli intensi applausi di una grande pubblico di personalità, dove spiccava il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, salutato da un'ovazione del pubblico all'arrivo e in sala. C'erano anche il Ministro dei Beni culturali Lorenzo Ornaghi, che è sfuggito ai flash dei fotografi, e la presidente della Regione Lazio Renata Polverini. Presente nel palco Reale dove Napolitano sedeva con la moglie Clio, anche il sindaco di Roma Gianni Alemanno. Tutti attaccati alla poltrona nel vedere le tre streghe che predicono un futuro di gloria che si rivolge in tragedia, streghe che resteranno nella memoria come orribili diavoli bianchi che appaiono all'improvviso in mezzo agli alberi scossi dal vento. Antonio Angeli