«Pensare, Aspettare», un figlio come un dono
77euro 12,90) di Fanny Orsini a sua madre. Le stesse parole che Raffaella era solita ripetere a chiunque: è Fanny la donna più importante della mia vita... E la figlia diventa l'alter ego della mamma nel raccontare quanto sia difficile «pensare, aspettare» un bambino, troppo difficile per una giovane sposa che lo vuole ma non arriva, e quanto ad una ragazza che non riesce a rimanere incinta il monito biblico «donna partorirai con dolore» si trasformi quasi in una condanna senza scampo «donna tu non partorirai»... È la storia di Anna, che prova rabbia nel vedere le amiche con il pancione, una sofferenza simile a una pioggia intima che arriva solo e direttamente al suo cuore. Proprio per evitare la visita di cortesia per una nascita decide di fare un viaggio in auto con il suo uomo, l'amato Daniele, fino al mar Nero. Un viaggio simbolico, non in una «facile» capitale europea, ma in un posto lontano in cui esiliarsi temporaneamente dalla società in cui vive per «attutire gli attriti dei sentimenti». La giovane Orsini (studia Legge a Londra) nel descrivere il rapporto solido e complice tra i due, sostiene con convinzione che una vera coppia è una testimonianza del fatto che il destino dell'uomo è l'amore ma che il primo figlio non si deve fare per forza, anche se tutti, appena ti sposi, ti chiedono solo se sei incinta. Un figlio «non costituisce il punto di arrivo di un rapporto d'amore». Attraversare la frontiera slava, soffermarsi a guardare madri e figli stranieri ma che sono legati da un amore che è lo stesso in tutto il mondo, fa riflettere Anna sulla maternità e sul concetto di figlio che «non si fa per conformismo», fino a convincersi che non si può decidere quando far nascere un bambino perché «le cose importanti devono arrivare da sole». Con l'aiuto del pragmatico Daniele, Anna che «vuole bene a tutti, basta che mi accorgo che gli altri si accorgano di me», vuole tornare a Roma prima del tempo perché ha capito che basta «Pensare, Aspettare» e anche lei potrà avere un figlio a cui dare tutto il suo amore, una bambina, forse, che non sarà mai una bambola o una principessa delle fiabe, ma una persona responsabile, la sua migliore amica. «La donna più importante della sua vita». Sarina Biraghi