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«La versione di Vasco» La vita di una star da sfogliare

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Prendeil nome di «La versione di Vasco» ed è una raccolta di pensieri, parole, e canzoni che ha scritto, storie di vita che ha vissuto realmente. Dalle canzoni ai libri il passo è breve e Vasco lo sa ma è più forte di lui inserire tra le pagine le sue parole in forma di canzoni o poesie, e chiosarle. Come quella volta che la compagna andò via di casa e poi rimase, con la valigia, fuori dalla porta di casa. E gli chiese di scegliere, con uno sguardo, chi tra i due dovesse scegliere: o lei, o il lavoro. Vasco scrittore sorprende per la schiettezza delle emozioni, per la immediatezza della scrittura. Sono gli stessi caratteri a cambiare, la scrittura ora diventa fitta, ora diventa cubitale. Ricorda l'amico Riva, parla di sé in terza persona, lascia parlare Laura, l'amica di sempre, la compagna, che lo rimette in riga quanto basta. Vasco non ha avuto una vita semplice: ha trascorso anni immerso negli eccessi, è stato in galera. «Non mi piace - scrive - la vita come la vedo quando sono lucido. Preferisco guardarla con due lenti rosa o gialle o scure. Non sopporto la luce chiara e spietata della realtà», scrive in una delle sue poesie. Da quel momento iniziò la sua avventura «politica»: si iscrisse, e continuò a scrivere canzoni. Così arrivò ultimo al Festival di Sanremo, e questo racconto ormai è leggenda. Le sue parole, e scritte in maiuscolo, sono massime da rispettare: massime di vita, semplici regole indirizzate agli amici e ai familiari. Infatti, non mancano pensieri rivolti ai figli: «I fan - scrive - sono quelli che mi danno l'energia di essere ancora qua come Vasco Rossi. Sono loro in pratica l'energia di Vasco Rossi. Mentre l'energia di Vasco sono Luca, Lorenzo e Davide. Sono la ragione stessa per stare in questa valle di lacrime». E non mancano stoccatine nei confronti della compagna. Spiega: «Non mi sono mai sposato, perché il rito del matrimonio non rientra nella mia idea di vita. Voglio esser libero sempre, ogni giorno, voglio che siamo liberi tutti e due. Quello con la Laura è praticamente un matrimonio. Anzi... Un progetto di famiglia». Ricorda ancora di quando, appena conosciuta questa ragazza, lei non lo riconobbe in quanto tale e per quello che era: una star. E gli chiese, semplicemente, chi fosse. Parlando chiaramente, non è che il libro di Vasco Rossi sia una boccata di ottimismo. Non essendo stato in forze per parecchio tempo e per svariati motivi, è chiaro che non sprizzi pensieri positivi. Le lezioni di vita, comunque, sono tante: a cominciare dal fatto che si sta parlando di una persona che dopo aver sofferto è tornata su un palco e ha continuato a fare il proprio mestiere. In secondo luogo perché non dovrebbe essere stato tanto facile, dopo essere stato così malato come è stato lui, ricominciare un lavoro pesante, come quello di una rockstar. Stare tante ore fuori casa, affrontare una tournée, essere rincorso dai fan in ogni angolo del mondo. Gli sono stati vicino i familiari, gli sono stati vicino i fan e un équipe di medici. Psichiatri, che gli hanno somministrato antidepressivi, come lui stesso ha confermato su internet. Lì riscuote migliaia di commenti: gente che gli sta vicino. «Un amico è uno che sta dalla tua parte - scrive - quando hai torto, non quando hai ragione. Perché quando hai ragione sono capaci tutti». Fatto sta che oltre ai commenti e ai post non mancano i video musicali: accompagnano la carriera di Vasco Rossi e quella dei suoi colleghi. Ce ne è uno in particolare e che, anche attraverso lui, ha imparato a farsi apprezzare: è Gaetano Curreri, il cantante degli Stadio. Amici per la pelle, i due si difendono a vicenda: il primo scrive canzoni e frequenta palchi, il secondo parla bene di Vasco e, semplicemente, lo difende. È praticamente la sua ombra: si mette anche in mezzo alle polemiche che riguardano Vasco e Ligabue. Tra i due non corre buon sangue ma anzi, volano parole grosse. Uno chiama l'altro «mangia polenta», il primo, Vasco, dice che Ligabue semplicemente non è una star. Anzi. Il fattore «politico» non manca. Vasco Rossi non si considera come tale ma porta avanti una propria idea. «La politica - commenta Vasco - bisogna farla più che commentarla. È come parlare di calcio al bar. In Italia siamo quasi tutti allenatori. Ma per cambiare veramente qualcosa in questo Paese ci vorrebbe la bacchetta magica. C'è una burocrazia vecchia, costosa e inefficiente che nessuno si azzarda a toccare e riformare», e dà la sua ricetta: «È necessario un rinascimento culturale. Nuovi entusiasmi, nuovi valori e nuove consapevolezze. La coscienza della gente non dovrebbe essere manipolata dai mezzi di comunicazione di massa. Al contrario, questi dovrebbero difenderla e contribuire a farla crescere». Ma Vasco non è solo pessimismo. È principalmente senso di rivalsa nei confronti del mondo. Ed è questo quello che traspare dalle parole dei suoi testi. Soprattutto quando parla di donne: «Albachiara» è la rivincita nei confronti dell'universo femminile, «Sally» è la donna che non riesce ad avere ma che si riscatta. Cantata da Vasco o da Fiorella Mannoia che sia, quella canzone mette i brividi. L'autobiografia di Vasco Rossi è tutta racchiusa nelle parole di «Come stai»: semplici, schiette, spiazzanti. E rievocano una «Rinascita».

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