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«Ora mi sono liberato dei miei fantasmi»

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Uscitoda «una bolla in cui ero carceriere e carcerato», il cantautore di Latina festeggia i 10 anni di carriera inaugurando un nuovo modo di scrivere, meno cupo, con un'ispirazione artistica che arriva «pur non stando male», dopo aver «sciolto dei nodi ed essermi liberato di alcuni fantasmi». Il titolo del disco, «L'amore è una cosa semplice», ne è l'emblema: «Sembra che più si soffre, più si sia degni di stare al mondo, ma io mi sono complicato fin troppo la vita e ho capito che amare dovrebbe invece semplificarla». Il cantante ha svelato un suo mondo interiore costellato di «sensi di colpa per il fatto di essere felice», di «sottostima di sè», dove «è inutile negare che il discorso dell'omosessualità non mi ha aiutato». Più adulto e consapevole («mi mettono ancora fra i giovani cantanti, ma non è più così»), dopo il libro e il coming out di un anno fa, Ferro saluta ora una ritrovata serenità, scherza sulla sua mania di controllare tutto («potremmo chiamare la mia analista, la pago 80 euro l'ora»), sul nuovo modo di gestire la sua voce («anche quello è un percorso di accettazione, sono stato da tutti i foniatri d'Italia») e si guarda indietro con tenerezza «perchè a 20 anni sei un coglioncello pieno di ingenuità, com'è giusto che sia». Il pensiero, col senno di poi, va alle nuove leve che partecipano ai talent show: «Usciti da lì, li rinchiuderei a prendere mazzate senza telecamere, come ho fatto io, perchè i pianti senza le telecamere fanno molto più male e non hai la consolazione del televoto», dice. A 31 anni, invece, il cantautore si regala «il disco che sognavo di fare da anni», registrato a Los Angeles insieme a grandi musicisti americani e pieno di generi diversi, dal rap, allo swing, al blues, alla bossanova. In uscita il 28 novembre, in oltre 200mila copie, l'album contiene un brano scritto da Irene Grandi, «Paura non ho», «dove mi sono concesso per una volta di essere interprete, inventandomi un mondo emotivo», e un altro del rapper Nesli, «La fine», «che sembra raccontare di quando ho toccato il fondo ed ero vicino al crollo. Un me che ormai non mi appartiene più». Prima o poi arriverà anche un greatest hits, assicura il cantante, ma già il tour, in partenza il 10 aprile da Torino e che si concluderà il 14 luglio allo stadio Olimpico di Roma, «sarà come un best of dei brani più famosi, visto che avrò 19-20 singoli in scaletta».

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