«La resurrezione di Lazzaro» si rifà il look
Irisultati potranno essere ammirati in due mostre, una nella Capitale a Palazzo Braschi, l'altra a Messina, quando il capolavoro del Caravaggio tornerà nella sua sede. Presentato ieri, il restauro consentirà importanti approfondimenti sia sul periodo siciliano del Merisi sia sulle tecniche di intervento di tutela e recupero usate negli ultimi 50 anni. La tela monumentale (380 per 275 cm), che ora campeggia nella sala a piano terra dell'Istituto è stata infatti tra le prime opere di Caravaggio a essere restaurata dall'Icr di Cesare Brandi nel 1951. Questa, ha detto la direttrice Gisella Capponi, è l'occasione giusta per valutare l'impatto dei materiali usati 60 anni fa per recuperare il capolavoro così compromesso dalle ridipinture settecentesche da renderne incerta l'autografia. Invece, ha aggiunto, la grande pala, commissionata al Merisi dal ricco mercante genovese Giovan Battista Lazzari per la chiesa dei Padri Crociferi, è uno dei pochi capolavori la cui attribuzione sia ampiamente documentata dalle antiche fonti messinesi. Realizzata tra il 1608 e il 1609 l'opera presenta le caratteristiche salienti dell'ultimo Caravaggio, da cui derivano le vicende conservative dal XVII secolo a oggi. Per questo, nel tempo, si sono succeduti numerosi interventi per cercare di tirare su il tono troppo cupo della scena.