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Altro che biondo il Tevere è rosso sangue

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Dal fratricidio di Romolo e Remo all'ultima profezia di Bendandi

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Neronenon appiccò il fuoco che distrusse l'Urbe nella notte del 18 luglio d.C. ma Roma rischiò di scomparire e un colpevole serviva o forse più d'uno. L'imperatore stesso, i cristiani, i «palazzinari» ante litteram croce e delizia della storia della capitale nei secoli, tant'è che il colpevole/i rimase un mistero alimentando le più diverse ipotesi. Fu un delitto di strage, all'epoca perirono migliaia di persone e 250mila si ritrovarono sflollati e senza un tetto, rimasto impunito e oscuro. Un cold case dell'antichità tinto dal rosso del sangue delle vittime, scivolato nel giallo del mistero e infine precipitato nel nero oblìo di un caso irrisolto. Lo racconta senza spreco di parole, con efficace sintesi giornalistica, quanto basta a rappresentare l'atmosfera che fa germogliare il crimine, Patrizio Cacciari, antropologo e giornalista di TeleRadiostereo autore per Newton Compton Editori dell'agevole volume «101 misteri di Roma che non saranno mai risolti - alla ricerca del lato oscuro della capitale (283 pagine a 14,90 euro). La pubblicazione prende spunto dal primo grande delitto "fatto in casa", quello dei gemelli fondatori di Roma, Romolo e Remo. Un fratricidio, scrive Cacciari, legato al potere della città che stava per nascere e che nei secoli a venire avrebbe visto i suoi governanti uccidersi per la stessa ragione. Ma cosa sarebbe successo se fosse stato Remo a uccidere Romolo si chiede l'autore. Una domanda retorica la cui risposta è affidata agli dei. Il libro sui 101 misteri di Roma inizia con i gemelli fondatori e si conclude con la profezia di Raffaele Bendandi. L'astrofisico autodidatta scomparso nel 1979 al quale venne attribuita la previsione del tremendo terremoto che l'11 maggio scorso avrebbe devastato la Città Eterna. Il sisma non ci fu, rimase il mistero su come la presunta diceria avesse preso corpo fino a diventare vera. Un caso nazionale che richiese interventi ufficiali di scienziati e istituzioni che si sforzarono di rassicurare parte della popolazione in preda a un'ansia collettiva alternata a scetticismo. Resta da dire a onore della cronaca che «la scossa» effettivamente ci fu. Ma in Spagna e piuttosto forte da provocare alcune perdite umane. C'è dunque in questo libro spazio, tra i tanti misteri elencati come il catalogo di un Museo di Criminologia (a Roma è in via del Gonfalone 29), per un approccio delle emozioni rispetto al crimine: stupore, dolore, ansia, rabbia, impotenza, vendetta. L'autore si addentra in quella Roma che di notte sostituisce il sorriso accogliente con un ghigno diabolico. Omicidi, crimini d'ogni genere, misfatti rimasti senza colpevole e non sempre con un movente leggibile. Nell'elenco dei casi irrisolti sgranati come un rosario di spine ci sono Ranuccio Tommasoni ucciso dal Caravaggio; il nano imbalsamatore della stazione; il mostro del Tevere; la donna senza testa ma con l'orologio, un caso che fece "impazzire i neristi" nel 1955 rimasto senza un colpevole. La morta si chiamava Antonietta Longo ma per tutti era la decapitata del lago di Castelgandolfo. È invece cronaca recente e per ora senza un finale, il delitto del macellaio dell'Ardeatina. Il brutale assassino che a marzo ha mutilato il corpo di una donna prima di scaricarlo sulla strada. Un mistero totale sulla identità della vittima senza gambe e testa. Un incontro sbagliato concluso nel modo peggiore? Chissà. Il lato oscuro del male non finisce mai di superare se stesso.

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