di Lidia Lombardi Almeno una vignetta al giorno.
Cosìnon ha finito di essere celebrato nella Capitale per la sua mostra «Viva l'Itaglia» (Itaglia sì, con la desinenza che allude alle forbici di Tremonti) che altre vignette - duecentosessantatre -le infila in un libro appena uscito per Mondadori. «Eurodeliri» si intitola e lui, il Caustico che non guarda in faccia a nessuno, si ritrae sulla copertina e sul disegno dell'ultima pagina. Lì vestito da infermiere guida un'ambulanza di pronto soccorso per le vittime della moneta unica, qua usa il matitone come asta che issa per bandiera la vagheggiata banconota da mille lire e come un naufrago tra i marosi dice dal fumetto: «Coraggio! Torniamo alla nostra vecchia lira!». Veramente occhieggia anche nel prologo. E lo vediamo inginocchiato tremebondo davanti a un giudice con la faccia di Stalin che urla: «Questa vignetta non è in linea con la Kostituzione! In Siberia!». Ora, come non riandare allo scontro con D'Alema, quando Baffino - che era Presidente del Consiglio - lo querelò per una vignetta pubblicata su Repubblica nella quale il burlone Forattini lo ritraeva intento a sbianchettare la lista Mitrokhin? «Chiese al giornale di Scalfari tre miliardi e io dovetti lasciare la testata - ricorda Forattini - Poi ritirò la querela. Chissà quanti voti ha perso per quell'impuntatura». Adesso D'Alema ha piglio malinconico. Forattini lo immerge in un'enorme botte di vino rosso e lui, come un capitano che lascia per ultimo la barca mentre affonda, saluta succube del dovere. La didascalia reca la data settembre 2011 e spiega: «Massimo D'Alema mette in vendita il suo yacht Icarus per acquistare una grande vigna in Umbria». Ma intanto di personaggi duri e puri ne ha incontrati altri, matitone Giorgio. E occhieggiano dalle pagine del nuovo libro, che è come un calendario dell'anno che sta per finire: ogni pagina una data, un fatto e un graffio. Tra le new entry, Susanna Camusso, segretario Cgil con le parole d'ordine d'antan. Forattini ne fa una signora scarmigliata, l'eterna scriminiatura al centro dei capelli che vanno per conto proprio. La pasionaria s'intestardisce a indossare la minigonna rossa e porta la fascia di Miss Corsera quando impone ai poligrafici di via Solferino di scioperare a sorpresa. E fa la faccia truce dal palco quando, a causa dello sciopero generale, incrociano le braccia e se ne vanno a casa anche Berlusconi, Tremonti e Bossi. Anche Ilda Bocassini predilige il rosso. Ha un bikini ridottissimo e vermiglio e insegue armata di fucile il Silvio che le svolazza intorno. «La caccia è aperta». «E quando si chiude?», chiede Silvio. Lei risponde: «Quando accoglierai anche me nel tuo harem». S'affaccia anche la primavera araba. Gheddafi chiede asilo politico a Napolitano, il Presidente si affaccia da un balcone del Quirinale e sibila: «Ce l'hai la grana?». E c'è anche l'«assadsinio», ovvero Bashar al Assad che, da scheletrica morte, falcia anche la mano di chi osa fare satira. «Perché ho' cambiato tanti giornali? - spiega Forattini - Per la censura. Non ho mai fatto una vignetta suggerita da un Direttore. Ho sempre scelto il fatto più importante della giornata e inviato il disegno quando si impaginava la "prima". Troppe volte non l'hanno pubblicato. "Sai non è opportuno", obiettavano. E io: "Non ve ne faccio un altro, al suo posto metteteci la foto del Direttore". La mia religione è la libertà». Infatti ce n'è per tutti. Per la «sinistra, che è troppo intrisa di Resistenza, per Berlusconi che pensa agli affari suoi. Con Bossi poi sono arrabbiatissimo. Come si fa a proporre i ministeri a Monza, a Milano? Demenziale». Ora cambia tutto, le facce del potere sono altre. Via i politici, arrivano i tecnici. Il premier Mario Monti col loden, i bocconiani, quelli della Cattolica. Si volta pagina. E vignetta.