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VENT'ANNI WWW

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La Capitale festeggia il compleanno della Rete con il suo «papà» Tim Berners-Lee: il web deve essere libero per tutti e senza spioni

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IlWorld Wide Web (per tutti ormai www) ha iniziato una metamorfosi mondiale (e non solo della comunicazione) che nessuno è riuscito a fermare, dominare o dirigere. Per la maggior parte è stato un bene, ma c'è anche qualcuno che rimpiange l'alfabeto morse. Comunque il fondatore del www, sir Tim Berners-Lee, ha spento venti candeline ieri, nella Città Eterna. E ha lanciato un avvertimento: il web è bello e buono quando: a) è aperto a tutti; b) non ci sono spioni. Berners-Lee ieri è stato l'ospite d'onore di «Happy Birthday Web», mega-manifestazione promossa da Andrea Mondello, presidente del Tecnopolo di Roma, Stefano Venditti, presidente di Asset Camera e curata da Riccardo Luna. Alla maratona di interventi e conferenze, per tutta la giornata, nel centralissimo Tempio di Adriano, hanno partecipato filosofi, economisti, giuristi, politici, esperti di nuove tecnologie, come Stefano Rodotà, Maurizio Ferraris, Stefano Quintarelli, Nicola Zingaretti. «Dobbiamo iniziare a parlare di diritto all'accesso al web e anche di diritto a non essere spiati - ha tuonato Berners-Lee - Dobbiamo fare in modo che Internet resti gratuito, aperto e neutrale. Oramai tutto il mondo è online e i governi devono utilizzare il web come supporto perché aumenta l'efficienza e l'accessibilità ai dati e le persone che votano devono essere informate», ha aggiunto Berners-Lee, spiegando che man mano che la piattaforma cresce e si irrobustisce «bisogna lavorare per ridurre il divario tra chi lo usa o chi no, senza lasciare indietro gli anziani. In Italia è connesso al web il 51 per cento della popolazione, è una dato su cui bisogna lavorare. Tutti devono far parte della società dell'informazione». Vent'anni fa Berners-Lee, sconosciuto ricercatore del Cern, compose la prima pagina web della storia e la rese accessibile a tutti, non solo agli «addetti ai lavori». All'epoca esisteva già Internet, ma era un sistema solo per agli istituti di ricerca. «Se torno indietro e penso all'epoca del Cern mi rendo conto che mi sono trovato in un contesto meraviglioso - ha ricordato Berners-Lee davanti ad una platea strapiena nel Tempio di Adriano - Facevo dialogare i programmi e i computer, in poche parole avevo il diritto di innovare e non avevo un controllo. Ora, invece, viviamo in un periodo in cui dobbiamo lottare affinché le forze commerciali non chiudano Internet. Dobbiamo fare in modo che il web rimanga gratis, aperto e neutrale». Le sue sono convinzioni concrete: non ha mai brevettato l'invenzione ed è per questo che tutti possono usare il World Wide Web senza pagare royalties ed è anche per questo che è diventato lo strumento principe per la diffusione delle idee. In tanti anni (ma in fondo sono solo una manciata) il web ha reso impossibile l'isolamento totale dei Paesi, alla faccia delle dittature di ogni colore, ma non ha solo fatto del bene. Internet può dare dipendenza (come una droga) e non si può mettere il mouse in mano ad un bambino senza uno stretto controllo. Comunque il web è una forza della democrazia. «Se avessi creato una società per sfruttare la mia idea - conclude - avrei soltanto dato vita ad un nuovo standard di comunicazione e la diffusione universale del web non ci sarebbe mai stata».

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