«Siamo tutte un po' Cenerentola»
Per una donna non c'è sorpresa più bella di un gioiello «Aspetto l'uomo che mi porti un anello di brillanti»
Quelloche leggi tutto d'un fiato sotto l'ombrellone. La testa svuotata da pensieri e immersa nel sogno d'amore per la vita. Il classico libro per «zitelle», dirà qualcuno. Sicuramente è un libro pensato per le donne. E scritto da una donna, mamma da poco, che sprizza romanticismo (e voglia di diamanti) da tutti i pori. Melissa Hill, dublinese con la passione per l'Italia, è stata al Festival Umbria libri 2011 (che si è chiuso ieri) a presentare il suo grande successo: «Un regalo da Tiffany». Tradotto in 19 lingue (9.90 euro, 240 pagine, Newton Compton Editori), il volume continua ad essere ai primi posti della top ten. Due coppie: Rachel e Gary, Ethan e Vanessa. Vigilia di Natale con due scatoline blu di Tiffany che, in maniera rocambolesca, vengono scambiate e finiscono l'una nelle mani dell'altra, scatenando tutta una serie di fraintendimenti con finale a sorpresa. «Tutte le donne la sognano, la desiderano. La scatolina blu più famosa del mondo: un gioiello di Tiffany». Cito dalla quarta di copertina dell'edizione italiana...Lei ne ha mai avuto uno? «I miei editori inglesi mi hanno regalato un meraviglioso braccialetto di Tiffany nella scatoletta blu, quando uno dei miei libri precedenti arrivò al primo posto in classifica. Quindi non solo ne possiedo uno ma per me i gioielli di Tiffany sono molto preziosi. Purtroppo però non ho mai ricevuto un anello di diamanti nemmeno per sbaglio». Pensa che oggi le donne, prese da tremila impegni quotidiani, abbiano ancora il tempo per il sogno romantico? «Penso che a tutte le donne segretamente piaccia l'idea che la loro vita venga stravolta da una grande storia d'amore o che vengano travolte da qualcuno di speciale. Non c'è forse un po' di Cenerentola in tutte noi?» Si aspettava un tale successo mondiale? E quale crede sia il motivo di una così calorosa accoglienza? È davvero "solo" per un un mix di emozione, umorismo, suspence? «È sempre difficile spiegare il successo di un libro. Forse con questa crisi economica mondiale abbiamo bisogno di qualche via di fuga e di un ritorno ai valori base di felicità e amore. E di un tocco di magia nelle nostre vite. Personalmente penso che ci sia sempre una ragione e l'universo spesso cospira per darci quello di cui abbiamo bisogno o meritiamo. Questo è il messaggio che volevo dare nel mio libro». Rachel dice: "Sono siciliana, non dimenticartelo. Siamo geneticamente programmate per essere attratte da uomini impegnativi..." Sembra che lei conosca bene l'universo femminile italiano. In cosa è diverso da quello irlandese? «Spero che i miei personaggi femminili siano forti, pensatrici indipendenti che sono felici da sole piuttosto che aspettando un uomo che le renda felici. Con i dovuti distinguo penso che forse le donne italiane siano un po' più romantiche e aperte all'amore vero (ma questa è solo la mia opinione) e certamente so che le donne italiane sono molto più brave in cucina delle irlandesi». Gli uomini, nel suo libro, non ne escono benissimo. Qual è il suo pensiero sul mondo maschile oggi? «È stato divertente e nello stesso tempo anche frustrante scrivere di Gary. Ma è senza il personaggio più completo del romanzo. Lui trova difficile convivere con i propri fallimenti preferendo nascondersi dietro l'aspetto da macho, cosa che penso capiti molto spesso agli uomini. A me piace inventare personaggi maschili con un certo appeal, come Ethan, ma dal momento che la maggior parte degli uomini che conosco sono meravigliosi a volte penso che possano sopportare momenti difficili nella finzione». Una donna che scrive per le donne. Una scelta, un'intuizione, una necessità? «Scrivere per il pubblico femminile non è stata una scelta cosciente. Fin da bambina mi è sempre piaciuto scrivere storie e forse tutti quelli a cui piace leggere si chiedono se siano capaci anche di scrivere. All'inizio ho deciso di scrivere le storie che mi sarebbe piaciuto leggere che, per la maggior parte, parlavano di donne come me e delle loro vite. Fortunatamente i miei libri sembrano aver toccato le corde giuste delle lettrici e mi sento molto fortunata ad avere la possibilità di fare questo lavoro meraviglioso». Tra le pagine si scorge un amore per la cucina. Sa cucinare? Cosa? «Adoro il cibo (soprattutto quello italiano) ma mi vergogno ad ammettere che non sono una grande cuoca. In questo, lascio il campo libero a mio marito che, invece, è fantastico». Quali sono i suoi interessi? I suoi miti, si ispira a qualcuno in particolare? «Mi piace leggere, anche quando scrivo è facile trovarmi con la testa immersa in un libro. Ho avuto una bambina da poco e la maggior parte del mio tempo libero ora la passo con lei. Non avrei mai immaginato che una persona così piccola potesse prendere così tanto tempo. Quanto alle mie fonti di ispirazione, può sembrare strano ma si tratta di altri scrittori di thriller come Jeffery Deaver piuttosto che scrittori romantici. Le trame tortuose mi danno una grande ispirazione per il mio lavoro». Come e quando ha iniziato a scrivere? Quando ha capito che questa era la sua strada? «Ho iniziato a scrivere nel corso del 2002 dopo aver letto un romanzo deludente durante un lungo viaggio in aereo. In quell'occasione ho borbottato ingenuamente a mio marito che sarei stata in grado di fare meglio io e lui mi ha sfidato a provare. Ma mi resi subito conto che scrivere un romanzo è molto più difficile di quello che potessi immaginare e ho subito ritrattato la mia affermazione. Ma difficile o no, il processo della scrittura mi è piaciuto così tanto che non mi sono mai più fermata. Sono stata fortunatissima nell'aver trovato un agente nel giro di un mese dalla conclusione del primo libro, e poi un editore un paio di mesi dopo». A chi deve dire grazie? «Direi che dovrei ringraziare l'autore di quel libro che non mi è piaciuto e che mi ha spinto a provarci. E naturalmente tutti i miei meravigliosi lettori che mi hanno supportato con l'acquisto e la lettura dei miei libri». Con le vendite dei suoi libri sarà diventata una donna abbastanza ricca. Come spende i suoi soldi. In gioielli Tiffany? «Haha, non proprio. Preferisco di gran lunga comprare giocattoli e libri per mia figlia!»