Terzani, più che un amico un «fratellone»
Tipasserà anche la rabbia». Sono alcune delle tante parole che ebbe modo di scrivere, nella sua pur breve vita professionale, Tiziano Terzani, giornalista di fama internazionale e scrittore scomparso nel 2004 a 66 anni. E di lui tanto è stato scritto (compreso un film «La fine è il mio inizio», ndr) ma forse mancava un ricordo del giovane Tiziano, dei suoi rapporti di amicizia, del periodo universitario, quegli anni pieni di idee e progetti, discussioni e speranze ...momenti rimasti nel cuore di chi lo ha conosciuto. «Il mio fratellone Tiziano Terzani» (Tea, pag. 209 euro 13) è un ritratto del giornalista ai tempi della Normale di Pisa, fatto da Alberto De Maio, suo compagno di collegio e amico per una vita. Una testimonianza preziosa e commossa raccolta da Dino Satriano, loro compagno di studi, che contiene anche lettere e foto inedite oltre alla premessa della moglie Angela Staude. «Tiziano è stato per me un "fratellone" non soltanto in senso affettuoso, ma anche perché era grande e grosso, mentre io sono piccolo, "formato mignon" come dicevano i miei compagni del Medico-Giuridico. Infatti, quando mi vide la prima volta, esclamò: "E tu chi sei, uno gnomo?". Comincia con questa battuta la bellissima storia tra Tiziano e Alberto, storia che De Maio ha voluto raccontare mezzo secolo dopo parlando e ricordando assieme a Dino Satriano. Comincia nel 1957 un'amicizia straordinaria, unica, che si approfondirà durante gli anni di studi al Collegio Medico-Giuridico e si prolungherà dopo la laurea, malgrado lo spazio fisico che sempre più separerà i due. Il libro, oltre a vibrare di affettuosa amicizia due ragazzi tanto diversi quanto uniti, ci regala il ritratto di un giovane Terzani con ideali e indecisioni che sono quelli di una generazione di giovani intellettuali che amano i lunghi dibattiti e le riflessioni, che si interrogano su cosa fare per il loro futuro, che hanno grandi ideali. Ma è anche l'affresco di un Paese in un momento storico ricco di fermenti e potenzialità, di una scuola nei cui corridoi passarono personaggi che si conobbero , discussero, fecero progetti e scherzarono. Un ricordo appassionato e commosso, una lezione di impegno civile. E soprattutto la «fotografia» del grande Terzani, colto un attimo prima che decida di andare «a giro» per il mondo. Sar.Bir.