di Andrea Gagliarducci Lux in arcana, luce sulle cose nascoste.
Lamostra sarà nei Musei Capitolini da febbraio a settembre 2012, per celebrare il quattrocentesimo compleanno dell'archivio. Il 12 ottobre, in occasione dell'anniversario della scoperta dell'America, è stato annunciato che sarà esposta anche la bolla Inter Coetera, firmata da Papa Alessandro VI per dirimere la contesa sul controllo dei territori del nuovo mondo tra Spagna e Portogallo. Messi tutti in fila, i documenti contenuti nell'Archivio potrebbero formare un unico scaffale lungo 85 chilometri. Moltissimi di questi documenti non sono ancora catalogati, e si parla anche di faldoni custoditi sotto via della Conciliazione, in rifugi che durante la guerra servivano per riparare dalle bombe. Ma non si deve pensare a uno scenario alla Dan Brown. L'archivio è Segreto perché privato, ovvero di proprietà del Papa. Molti documenti non sono a disposizione degli studiosi perché ancora non classificati. La bolla vaticana Inter Coetera era invece catalogata da tempo, nel Registro Vaticano 777. Era il 1493 quando Cristoforo Colombo tornò dal primo viaggio in America, e anche Re Giovanni di Portogallo avanza pretese territoriali. I reyes catolicos si rivolgono allora al Papa Alessandro VI per risolvere la questione. E Alessandro Borgia risponde emanando una serie di documenti, tra i quali il più importante è la bolla Inter Coetera. Con quella «bolla di partizione» il Papa concedeva ai sovrani spagnoli il possesso di tutte le isole e le terre scoperte e di quelle che sarebbero state scoperte a Ovest di una linea di confine Polo Nord/Polo Sud, idealmente tracciata a circa cento leghe dalle isole Azzorre e dalle isole di Capo Verde. Nel documento si chiede anche di provvedere all'invio di missionari cattolici che operassero per convertire alla vera fede di Cristo le popolazioni indigene. Bolla di partizione e bolla missionaria dunque. E il tema dell'evangelizzazione è costante. Ai Musei Capitolini si potrà ammirare una lettera su seta inviata nel 1650 da Elena di Cina - l'imperatrice Wang - ad Innocenzo X per comunicare al Papa di aver abbracciato la nuova religione; ma ci sarà anche una lettera su corteccia di betulla inviata «al grande maestro della Preghiera» Leone XII da Piere Pilsemont, capotribù degli indiani Ojibwe, per ringraziarlo di aver inviato un vicario apostolico. Qualche anno dopo la Bolla Inter Coetera, i domenicani inviano in America alcuni missionari provenienti da Salamanca. Questi denunciano le gravi ingiustizie commesse dai coloni europei contro gli indios. Da lì si formerà una scuola giuridica - portata avanti dal domenicano Francisco de Vitoria - che criticherà sia i giuristi imperiali che i giuristi pontifici, i primi che consideravano la volontà dell'imperatore come fonte di legittimazione, i secondi tesi a esaltare il Papa come dominus orbis. E ci sarà - nella mostra Lux in Arcana - un documento fondamentale per la formazione dello Stato della Chiesa: il Privilegium Ottonianum, una pergamena imperiale del 962 d.C. in porpora e oro. Il 2 febbraio dell'anno 962, Ottone I di Sassonia fu incoronato imperatore nella basilica di S. Pietro di Roma da papa Giovanni XII. Ma circa dieci giorni dopo l'incoronazione, Ottone emana il Privilegium Ottonianum, che confermava al Papa tutti quanti i possedimenti territoriali - ottenuti attraverso donazioni - ma allo stesso tempo riservava ad Ottone l'alto dominio su tutti i territori concessi al Papa, e richiamava in vigore la Costituzione di Lotario dell'824, una serie di regole che disciplinavano i rapporti tra Impero e Papato e che prevedevano, tra l'altro, la ratifica imperiale sull'elezione del papa e il giuramento di fedeltà del neoeletto pontefice all'imperatore. Una serie di condizioni che Giovanni XII non accettò. Per questo si alleò con Adalberto, il figlio di Berengario d'Ivrea, e cercò con ogni mezzo di screditare Ottone, incitando altri sovrani a muovergli guerra. Venuto a conoscenza delle intenzioni del Papa, Ottone, nel 963, avrebbe convocato un Sinodo a Roma, facendolo deporre per indegnità e imponendo l'elezione al soglio pontificio di Leone VIII. La lotta tra i due sarebbe continuata fino alla morte di Giovanni XII.