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Il ministro fa il divo e concede fondi al Mercato del Festival

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Laprima volta al Festival di Roma di Giancarlo Galan - il ministro padano per i Beni Culturali che appena seduto sulla poltrona del Collegio Romano disse che solo Venezia è kermesse del cinema - è una sequenza memorabile, un copione pieno di colpi di scena. Galan è bombardato di flashes, gli vanno sotto i paparazzi di rango, come il nostro Umberto Pizzi. Gigi Marzullo lo incalza con l'eterno microfono da festival. Lui si concede allegro e fa ciao con la manona, indugia sulle scale, parla per i taccuini, manca solo che distribuisca autografi ai fan. Il contorno è un parterre vipposissimo, un frullato di politici e star, panna montata di pacche e strette di mano, cattiverie d'antan come quella dell'eterno duro e puro Claudio Amendola che quando passa il ministro La Russa e la gente lo fischia, fa il tribuno de sinistra e incita ad alzare il volume dei buuh. Non ha capito che per l'anteprima di Pupi Avati, il regista emiliano che firma «Il cuore grande delle ragazze», il clima è quello della diplomazia. Ci sono il sindaco Alemanno e la Governatrice del Lazio Renata Polverini, antagonisti del ministro in tema di Festival del Cinema e Piano Casa. I cronisti incalzano il pidiellino Galan con «allora è pace con Roma?». Lui sorride e cesella la risposta: «Mai litigato con Roma, non sono venuto all'inaugurazione per impegni presi prima, ora sono qui per una bella serata. Questo è un avvenimento della cultura italiana e come ministro della Cultura non potevo non esserci. E poi Pupi Avati è un grandissimo regista e uno dei suoi film, "Regalo di Natale" mi ha in qualche modo cambiato la vita». Il minuetto continua accanto a Piera Detassis, direttore artistico del Festival di Roma. «È un evento popolare e divertente, anche se io resto della mia idea - incalza Galan - Inutile spendere risorse per un avvenimento simile a Venezia». Poi lo zuccherino che ripara a sei mesi di veleni e crea la distinzione tra Tevere e Laguna. «Roma è l'unico mercato cinematografico. È con Roma che l'Italia va contro Cannes». Significa che per il festival della Capitale arriverà il finanziamento del ministero, quei soldi finora negati. Saranno riservati appunto al mercato e dovrebbero ammontare a 130 mila euro. Chiosa il sindaco Alemanno: «Il riconoscimento del ministro Galan è molto importante. Ora nessuno potrà mettere in discussione il ruolo centrale del Festival di Roma. È un passaggio forte anche se chiaramente rimangono altre questioni, tipo il Piano Casa della Regione Lazio e i rifiuti». Insomma, quel pacioccone di Avati ha avuto un influsso rasserenante nella querelle padano-capitolina. E la passerella per la sua pellicola è festosa. Maddalena Letta ha gli occhi che brillano come la sua giacca e il sorriso grande come quello del figlio Giampaolo, al vertice di Medusa, che ha prodotto il film di Avati. Dimesso e celato dietro gli occhiani scuri Carlo Delle Piane, l'attore lanciato da Pupi. Scura in volto, nei capelli e nel vestito Francesa Neri. Sfilano Carlo Rossella, Luigi Abete, Maurizio Gasparri. Poi buio in sala. Comincia lo spettacolo vero.

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