Dive fatali stregano la kermesse

Giornata febbricitante e dedicata alle dive di tutte le età quella che ha segnato ieri il red carpet del festival capitolino. A cominciare dalla più grande e più affascinante di tutte, la 65enne Charlotte Rampling, protagonista del film superfavorito per il Marc'Aurelio, «The eye of the storm» dell'australiano Fred Schepisi, tratto dal libro del premio Nobel Patrick White. L'attrice ha mostrato di avere coraggio nel dare il volto ad una ricca ereditiera che ha due figli interpretati da attori poco più giovani di lei, Geoffrey Rush (60 ) e Judy Davis (56). Charlotte Rampling - «È interessante fare una protagonista che sta morendo, una matriarca difficile e buffa - ha spiegato la diva - Ma non si deve pensaremai all'età, al tempo che passa, certo vorremmo essere giovani sempre e non invecchiare mai, ma la natura va assecondata. A nessuno piace interpretare una persona di 15 anni più vecchia, però poi si scopre che questa è la vita. La mia Elisabeth è un po' come il re Lear, una donna che ha osato molto durante la sua vita e ha lasciato dietro di sé molte vittime, in particolare i figli che devono pagare i suoi errori». Isabelle Huppert - Indimenticabile per i suoi ruoli perversi di donne ambigue e tormentate, la diva francese mostra stavolta il suo talento più brillante in «Mon pire cauchemar» (Il mio incubo peggiore) di Anne Fontaine. Isabelle interpreta Agathe, elegante direttrice di una fondazione d'arte che vive con suo figlio e suo marito (Andrè Dussolier) in un ricco appartamento parigino: è colta, cordiale e ama le discussioni intellettuali. Patrick (Benoit Poelvoorde), vive invece in un furgone con suo figlio, è stato in galera, beve alcolici, è volgare e adora le donne prosperose. Due personaggi tanto opposti si dovranno però confrontare perché i loro figli sono amici inseparabili. E s'innamoreranno l'uno dell'altra.Per l'attrice «l'arte è la capacità di ognuno di noi di realizzarsi. Ho lavorato in una commedia esilarante e non faccio differenza tra questa e un film impegnato. Faccio differenza solo tra verità e falsità». Vampira Nikki Reed - Ci volevano i vampiri di «Twilight», Jasper (Jackson Rathbone) e Rosalie (Nikki Reed) a scatenare l'entusiasmo delle centinaia di fan che già dall'altra sera si erano assiepate all'Auditorium Parco della Musica. Tra spintoni per la caccia alla maglietta «Twilight», il quarto libro della saga («Breaking Dawn» Fazi editore) tra le mani pronto per l'autografo e cartelli ammiccanti, come «Jasper come with us, we are wolves» (Jasper vieni con noi siamo licantropi») una ragazza sfoggia il braccio tatuato da una frase cult del libro. «Dopo la grande popolarità di Pattinson e Stewart i rapporti sul set con loro sono cambiati. Non somiglio affatto al personaggio che interpreto, anche fisicamente sono diversa, non sono bionda e spero che a lungo termine questo mi aiuti a svincolarmi - ha detto la splendida Nikki tutta vestita di bianco - Anche mio marito, che è qui a Roma con me, mi ha chiesto se questo che indosso è un abito da sposa, ma certo che non lo è». E sorride con seduzione.