Noomi Rapace diventa madre fragile e ossessiva
Protagonistadella pellicola (distribuita in Italia da Nomad Film) è Noomi Rapace, attrice resa già famosa dal ruolo dell'hacher Lisbeth Salander nella trilogia «Millennium». Nell'horror, che ricorda un po' «The Others», Noomi è Anna, madre terrorizzata dal drammatico compito di dover proteggere il figlio di 8 anni dal marito violento e colpevole di un presunto abuso. Madre e figlio si rifugiano così in uno squallido condominio dalle atmosfere inquietanti e, per poter ascoltare ciò che succede nella camera del bambino, la donna userà un trasmettitore, il babycall. Ma proprio questo oggetto sconvolgerà la vita della protagonista che ascolterà attraverso le interferenze dell'apparecchio le torture fatte ad un altro adolescente che non è però suo figlio. «Non mi piacciono i personaggi facili e simpatici - ha svelato ieri l'attrice - Non a caso, nel sequel di Sherlock Holmes di Guy Ritchie, interpreto una rom, una zingara, perché il mio cuore batte sempre dove le persone combattono. Avendo io un figlio, è stato abbastanza facile interpretare una madre che vuole proteggere il suo bambino. Ho incontrato, tra l'altro, una donna che ha avuto un'esperienza simile a quella di Anna e da allora ho quasi somatizzato il caso: ho smesso di fare allenamento per sei mesi per rendere il mio corpo più fragile e sottile. E ad un certo punto mi sono persino ritrovata a provare un dolore fisico, come se il fantasma di Anna mi avesse invaso e mi sentivo sull'orlo di un baratro. Una sensazione davvero interessante, perché a me piace viaggiare sul confine tra la realtà personale e quella dei personaggi che interpreto. Non ho trovato invece molta differenza tra cinema europeo e blockbuster: certo c'è molta più gente intorno mentre lavoravo in "Sherlock Holmes" e nel "Prometheus" di Ridley Scott, ma ero comunque libera di sviluppare i miei personaggi». L'idea del film è nata al regista dopo che ha letto l'articolo su un giornale che parlava di una situazione simile a quella del film: una donna ha dovuto reinventare il proprio mondo per sopravvivere, fuggendo dal marito ed avendo la sensazione di essere testimone di un abuso contro un bambino. Din. Dis.