Furba Cenerentola Vince sempre
Le favole di Basile e Perrault, il film Disney le pretty women. E adesso una fiction Rai
Sonoprogetti, e spesso vanno in porto. Cenerentola è il classico esempio. Il prototipo della bella e povera che alla fine sfonda e si crea una posizione sociale. Un modello per chi non ha mezzi ma intelligenza e fiuto. Uno sprone, ovviamente non solo per le ragazze, ma per chi ce la mette tutta per riuscire (e non a caso nei paesi anglossassoni l'uomo che ha un colpo di fortuna è definito Cinderella man). In fondo, la biondina china tutto il giorno a lavare i pavimenti è un consolatorio input che permette di andare avanti nelle avversità, di sperare illuministicamente che c'è un progresso, nella vita privata e nella Storia. Di aspettare il colpaccio. O un aiuto dalla Provvidenza, simboleggiata dalla Fata Turchina. La donzella in ciabatte e grembiule confinata accanto al focolare è un clone capace di funzionare sempre. La vicenda affonda nella Cina arcaica, che trovava nei piedi minuti di una donna elemento di bellezza. Ha versioni nell'antica letteratura persiana («Il vasetto magico»), russa («Vassilissa la bella»), inglese («Peldicenere»). In Italia il napoletano e barocchissimo Gian Battista Basile scrisse nel Seicento una favola chiamata «La Gatta Cenerentola» (sì, la stessa trasformata in spettacolo di culto da Roberto De Simone) prendendola dalle tradizioni popolari di Giugliano, nell'entroterra partenopeo. Perrault qualche decennio dopo ci mise di suo l'idea della scarpetta di cristallo. Passò oltre un secolo e i tedeschi fratelli Grimm optarono per una calzatura d'oro. E che cosa succederà questa sera, allorché la disneyana «Cinderella» - che fruttò a nonno Walt, per il cartone animato del 1950, 85 milioni di dollari, senza ovviamente contare i sequel - si trasforma in divetta da fiction e indossa i tacchi a spillo? Presumibilmente che l'universo femminile s'incollerà alla televisione, immedesimandosi nel plot che parla di una chance da acchiappare al volo. E infatti che cosa fa l'accorta ragazza? Si conserva la scarpetta spaiata, la prova che in fondo lei è ben altro dalla poveraccia costretta ai lavori di casa. Se la mette in tasca e al momento opportuno, zac, la rimette in ballo, scansando tutte le altre pretendenti al ruolo di prestigio, pronte a scodinzolare alla corte del re. Un po' come certe moderne arrampicatrici, che esibiscono ad hoc le foto scattate di nascosto, i discorsi registrati dal cellulare. Ma torniamo alle rampanti senza frode, quelle che gareggiano onestamente. Che soddisfazione per queste pretty woman dimostrare che hanno cervello oltre che fisico. E che gusto per il Pigmalione di turno esibire la ragassa nell'alta società, raffinata ben bene, e ad opera sua. Qui spunta un altro quesito. La storia di Cenerentola è femminista o maschilista? Decidete voi.