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Assicurazione l'altra "colla" dell'Italia

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Ma la breccia di Porta Pia l'hanno fatta i bersaglieri o gli assicuratori? Sembra una strana domanda, ma pienamente legittima dopo aver letto un saggio storico che si «beve» tutto d'un fiato: «Per affari e per amore - Gli italiani. Il fatto è che nei libri di Storia, quelli polverosi, ricchi di cifre e aridi di verità, quando si parla d'Unità d'Italia si legge un gran elenco di battaglie. ECONOMIA Ma di coloro che l'Italia l'hanno fatta per davvero, lavorando tutti i giorni, senza sparare una schioppettata (e questo è veramente un gran merito), facendo lavorare il cervello piuttosto che il cannone, ecco di questi veri eroi non si parla quasi mai. Eroi e anche un po' guitti, traffichini, geniacci. Come un tal Francesco Datini, commerciante di Prato, che già verso la metà del Duecento, cioè mezzo millennio prima che a qualcuno venissero in mente i Lloyd's londinesi, si occupava di assicurazioni. La carriera di tal Datini (così recita la leggenda) iniziò alle Canarie, dove lo aveva portato il suo commercio di armi e lana. Qui, invitato a pranzo dal sovrano locale, restava stupito dalla presenza, accanto al suo posto, di un gran randello. Quando vennero servite le pietanze sul piatto di Datini si avventano alcuni grossi topi tanto che lui, poverino, rimase a digiuno. «Usi il randello per scacciare i topi, gli venne consigliato - altrimenti non mangerà». GENIALITà Ma gli italiani sono geniali e Datini aveva già inventato l'«assicurazione». Tornò dopo un po' di tempo a pranzo da quel sovrano e, quando comparvero i sorci, il Datini tirò fuori dalla palandrana un bel gattaccio che li divorò senza troppi complimenti. Il feroce gatto sarà poi acquistato dal re delle Canarie con pietre preziose per un valore di quattromila scudi. Per il successivo gatto la cifra salì a seimila. «La garanzia che mi offre questo animale li vale», dichiarò il sovrano. Ecco, nel libro di Bruno, storico, scrittore e giornalista ironico, acuto e al tempo stesso rigorosissimo, viene raccontata quella Storia che nei libri di Storia non c'è. E la prima cosa che mette subito in chiaro l'autore è che l'Unità d'Italia non è un muro, un confine, un fossato che divide due mondi diversi. Gli italiani erano bravi e geniali prima tanto quanto lo saranno dopo. Gli italiani, insomma, hanno sempre saputo fare di conto, al contrario dei loro politici (quelli di oggi), che i conti sembra proprio che non li sappiano fare. STORIA Il libro di Bruno è un resoconto storico prezioso ed eccezionalmente divertente. Ci mostra come tutta la moderna economia sia stata inventata (in epoche anche remote) da commercianti, banchieri, assicuratori italiani che, in certi momenti della Storia, prestando soldi a destra e a manca, in pratica, tenevano in pugno il mondo. E con quel genio, ad un certo punto, hanno costruito il nostro Paese. I protagonisti dell'Italia unita nel saggio «Per affari e per amore» escono dalla bidimensionalità del «presepio» risorgimentale (Bruno lo chiama proprio così) per diventare uomini veri in carne ed ossa. Anche parecchia carne, come Camillo Benso conte di Cavour che, nonostante avesse la salute minata da un cronico eccesso di peso, fu uno dei padri della Nazione. Il che, però, gli costò furibonde litigate con Napoleone III e non gli fruttò mai la vera amicizia di Vittorio Emanuele II che lo guardò con diffidenza per tutta la vita. Inestimabile la descrizione di Giuseppe Mazzini fatta da von Metternich riportata da Bruno. Al «cancellierissimo» austriaco l'attività di Mazzini costò il pensionamento anticipato e lui scrisse: «Ebbi a lottare con il più grande dei soldati, Napoleone. Giunsi a mettere d'accordo tra loro imperatori, re e papi. Nessuno mi dette maggiori fastidi di un brigante italiano: magro, pallido, cencioso, ma eloquente come la tempesta, ardente come un apostolo, astuto come un ladro, disinvolto come un commediante, infaticabile come un innamorato, il quale ha un nome: Giuseppe Mazzini». E dopo aver parlato del passato il saggio di Bruno guarda con fiducia al futuro. Sì con fiducia. Nell'arte tutta italiana di arrangiarsi. E di assicurarsi.

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